Pd e manifesti: finalmente una campagna perfetta

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Dei disastrosi manifesti Pd del passato sappiamo tutto. Da “conosci tizio”, a “Bersani Nosferatu” messo in ginocchio a pregare, passando per quelli praticamente autoparodianti che fecero schiantare di risate il web.

Ma ora c’è stato un cambio di passo, passato inosservato ai più.

Grafico, intanto. Al netto dei colori scippati a Poste Italiane, o al Lidl, si nota uno sforzo di modernità. E moderna è pure la scelta di non stressare da subito l’immagine di Matteo Renzi (forse perché impegnato a ballare il tango con Chiamparino) puntando su volti anonimi e sulle loro aspettative.

Certo, c’è quell’arietta da 2.0 Leopolda Style, dove si parte coi tavoli tematici opensource e poi si cerca di mettere il capo dei vigili di Firenze a responsabile dell’ufficio legislativo del Governo (e la consulta ti sfancula pure). Ma lo scatto c’è. E uno dei manifesti lo testimonia più di altri.

Questo.

rigore

Visto così, sembra solo uno slogan generico come gli altri, affidato una bella topolona invece che a un nerd che vuole la banda larga (a ragione), a una casalinga che si preoccupa di bufale e calembour, a un pensionato con la cravatta improponibile. Invece no. Invece è rivoluzionario. Per lo slogan. Sul rigore da battere.

Esso slogan, infatti, richiama:

1)    La sconfitta del rigore, cioè dei doveri, cioè in definitiva di quella culona della Merkel.

2)    La sconfitta della Germania nel calcio, cioè dei crucchi, cioè sempre di quella culona della Merkel.

Per la prima volta, cioè, e in un solo manifesto, il Pd propone:

1)    Il disimpegno dalle responsabilità assunte come Paese, come comunità.

2)    Un generico antieuropeismo non dissimile da Lega e Peppe.

3)    Il richiamo al tifo da stadio.

4)    La bella topolona.

C’è poi una quinta e decisiva novità: il popolo piddino, che un tempo attribuiva alle modalità dell’eventuale vittoria una certa importanza, ha fatto propria in un battito di ciglia la personalizzazione del partito e le tematiche così anni ’90 del nuovo leader.

Si spiega così il 34 per cento nei sondaggi.

Si spiega così il perché, in fondo, quel manifesto è semplicemente perfetto.

6 pensieri su “Pd e manifesti: finalmente una campagna perfetta

  1. Pietro Cociancich

    Personalizzazione del partito? Sarà.
    Eppure non c’è l’immagine del leader “personalizzatore” (al contrario di altri segretari prima di lui), e nemmeno il suo nome nel simbolo.

    • Francesco

      la scelta del non mettere il nome nel simbolo è partita dal Segretario e sostenuta da gran parte del Partito.
      siamo il Partito Democratico, la più grande forza politica nazionale, non un partito ad personam.

  2. titux

    Dalle mie parti ce ne un altro: la foto è di un uomo (età avanzata) e, qualunque sia lo slogan, sottolinea “Ce lo chiede Mario”.
    Ecco, quando li ho visti ho pensato: “vai, il PD ha deciso di perdere anche queste elezioni”. Sì, perché è evidente che il “Mario” del cartellone dovrebbe essere (e richiamare) l’italiano medio, l’uomo della strada. Ma quando uno passa per strada (magari guidando, quindi con una soglia di attenzione un po’ così) e butta un occhio su un cartellone tutto giocato sui colori della bandiera europea e legge il nome “Mario” le prime associazioni mentali sono “Mario Monti o Mario Draghi”? Insomma, non esattamente quello che ci vuole per ben disporre l’aspirato elettore.
    Come al solito, i creativi del PD (sicuri che li paghi il PD e non qualcun altro?) si fanno malissimo con pochissimo: non bastava, dico, chiamarlo Andrea? Gennaro? Paride?

  3. Francesco

    Mario…Mario è il mio amico carrozziere. Mario è il mio vecchio compagno di banco. Mario è il mio collega. Mario è quel disadattato che pestava tutti da ragazzino. Mario è…
    Tanta gente si è scordata di Mario Monti e forse la maggior parte non sa nemmeno chi sia Draghi.

    per quanto riguarda l’analisi…sì beh, abbiam fatto la campagna perfetta.
    la tua visione delle proposte, fatta eccezione per la bella topolona (beh, insomma, è bella Claudia!) e per l’essersi impadroniti del partito (semplicemente dal nazionale ai circoli ora c’è la coscienza che il web sia una risorsa e non un problema), è totalmente “canociada”.

    ma capisco che un responsabile della comunicazione provinciale del partito in questione possa essere fazioso.

    quindi…mah!

  4. Gabriele

    a me quello che ha stranito del manifesto invocante la banda larga assomiglia in modo decisamente sospetto ad un’altro che la invoca da anni …. ecco, poi dato questo ho iniziato a cercare le assonanze e niente, Claudia Koll è sempre carina 🙂

    • Gabriele

      “a me quello che ha stranito del manifesto invocante la banda larga assomiglia in modo ”
      rifaccio …
      A me quello che ha stranito del manifesto invocante la banda larga assomiglia in modo […]

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