Renzi, Berlusconi e il porcellinum: riepilogo

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Il vecchio Pd governava e governa con Berlusconi, il nuovo Pd ci fa le riforme istituzionali.

Il vecchio Pd legittimava Berlusconi (e tutto il suo portato di illegalità, amoralità, che in vent’anni ha titillato e fatto esplodere l’anarchismo destrorso italiano, azzoppando il Paese per chissà quanto ancora), quello nuovo legittima Berlusconi e lo invita a casa propria. Dopo una condanna in via definitiva. E’ un messaggio devastante.

La vecchia legge elettorale era stata fatta contro qualcuno (Prodi), quella nuova viene fatta tenendo fuori qualcuno (Grillo) e a favore dei due partiti che la scrivono, pur non mancando di tutelare Alfano in modo che la voti pure lui e venga risarcito di essere stato scaricato dal Pd, dopo esserne stato brevemente usato.

La vecchia legge elettorale tradiva il referendum sul maggioritario, la nuova legge elettorale tradisce il referendum sul maggioritario.

La vecchia legge elettorale prevedeva listini bloccati nominati dai partiti, la nuova legge elettorale prevede listini bloccati nominati dai partiti.

Non si vota, non si decide. E’ una controfirma. Un porcellinum.

Ma il risultato, dicono tutti, è storico.

Vero.

Il risultato storico è che un anno fa il Pd aveva ridotto in macerie la casa della sinistra moderata. Mo’ è arrivato Renzi e su quelle macerie ha sparso la calce viva.

“Profonda sintonia”.

Con scappellamento spagnolo.

Olè.

Quello che non ha scritto oggi Matteo Renzi

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Di Matteo Renzi

Il Partito Democratico è una grande forza politica votata da milioni di italiani che ambisce al governo del Paese rispettando e cercando di rappresentare anche le istanze di chi non l’ha votato e non lo voterà mai.

Per questo una riforma epocale e ormai improcrastinabile come quella della legge elettorale va fatta con la più ampia maggioranza possibile, a beneficio e garanzia del Paese, e di chiunque, in virtù di un sistema di voto chiaro e condiviso, andrà a governare con poteri finalmente pieni.

In questa prospettiva diventa opportuno coinvolgere anche chi ha usato la legge precedente, il cosiddetto Porcellum, come una clava nei confronti di Romano Prodi, creando volutamente le condizioni per azzopparne la vittoria. Non è il momento di guardare indietro. Dunque è doveroso, anche per il rispetto degli elettori che democraticamente hanno votato il Pdl alle ultime politiche, considerare l’interlocuzione con Forza Italia.

Naturalmente, nella prospettiva di una politica finalmente nuova che ha animato la mia candidatura, mi sarebbe impossibile ripetere gli errori che il Pd ha compiuto negli anni, legittimando, come nei governi Monti e Letta, una morale andreottiana in cui la real politik prevale su concetti come la legalità e il bene comune.

Discutere il futuro dell’Italia con un condannato in via definitiva per frode fiscale sarebbe irricevibile per i nostri elettori e, in generale, un pessimo segnale lungo la difficile strada per un Paese normale. Per questo invito il presidente Berlusconi a designare un proprio rappresentante*, dotato di ampia delega, col quale il Pd possa costruire un futuro di governabilità per il Paese.

Sollecito inoltre il Movimento Cinque Stelle, se lo ritenesse opportuno, a velocizzare i tempi delle proprie consultazioni online, cosicché si possa discutere anche con loro, che rappresentano un quarto dei voti, ed evitare il voto col sistema proporzionale puro che ci precipiterebbe direttamente a Weimar.

L’Italia non ha più bisogno di tattiche, serve una strategia. Per cambiare davvero verso.

* Così ti salvavi il culo senza fare la figura del bischero

Prossima fermata Arcore

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Ho molti amici renziani, alcuni della prima ora, altri dell’ora media, altri del genere “non possiamo non dirci renziani” che il funambolico Fulvio Abbate preconizza nel suo nuovo libro (fake). Normalmente mi spiegano che Renzi entrerà nelle casematte del Pd e le distruggerà (infatti ha costruito la segreteria col Cencelli), che entrerà nel sindacato e lo distruggerà (infatti pare alle viste un asse con quel sant’uomo di Landini) e che scardinerà il berlusconismo proprio perché non nasce antiberlusconiano (e il primo passo, pare, è far cadere questo pessimo governo avanzando sacrosante petizioni di principio, tipo le unioni civili, ma a scopo meramente tattico). E’ tutto verissimo, inconfutabile, anch’io tra l’altro sono renziano da almeno dodici secondi. E da renzianissimo quale ormai mi sento* volevo dire che riunire il suo Pd per la prima volta a casa sua – Firenze – nel proprio comitato elettorale, sotto un’enorme scritta col proprio nome, rischia di confermare nei cacadubbi come me il sospetto che Renzi possa esautorare Berlusconi perché berlusconiano dentro lo è davvero. Infatti ritenne ovvio andare in visita ad Arcore, e non a palazzo Chigi, per discutere di Firenze, senza accorgersi che col suo gesto stava legittimando una satrapia personalistica che svuota le sedi della democrazia. Normale, poi, se uno così si porta il partito a casetta e lo riunisce sotto una statua equestre che lo raffigura. Si chiama sudditanza culturale. 

* sto a scherza’.