New Trolls: due righe pallose sul perché Peppe e Renzi dovrebbero proprio fare un Governo insieme

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La concezione proprietaria che il Pd e i suoi giornalisti organici hanno di quella che ritengono “stampa amica”, dunque la derisione di chi non si attiene ai desiderata propagandistici di questo o quel capoccione democratico, è così sberluccicante che merita – mi scuso – quattro parole più riflessive del solito. L’altro giorno, su Twitter, il vicedirettore di Democratica Mario Lavia è intervenuto a piedi uniti su Massimo Giannini, che aveva ricordato certe acrobazie grilline in odor  di autoritarismo. Il tono era “proprio voi…”. Proprio voi, sunteggio, che tifavate per un governo tra Cinque Stelle e quel che resta del Nazareno. Mi stupisce che analoga fatwa non abbia colpito il presidente Mattarella, il quale non tifava alcunché ma ha concretamente esperito ogni via utile a evitare, chiedo venia per il linguaggio, il bugliolo in cui il voto ci ha precipitati. Sotto il commento di Lavia, fiorivano troll renziani che auspicavano l’avvento grillino, in modo da far pagare il giusto fio ai giornalisti tacciati di intelligenza col nemico (per il “nemico”, peraltro, sarebbe stato un gran regalo). Invitato a realizzare di essere cibo per quei leoni da tastiera, Lavia rispondeva che no, uno valeva uno, le idee sono personali, etc… Ecco: la mia povera opinione è che unita.tv, nata peraltro polverizzando l’Unità vera, siti come “Matteo Renzi News”, i meme propagandistici scippati per tono e contenuti alla Casaleggio associati, i personalismi estremi, la cultura intrisa di “gufi”, “rosiconi”, “alla faccia vostra”, il fare i grillini – insomma – col partito degli altri, possa aver molto affaticato buona parte degli (ex) elettori piddini, e contribuito a cambiare il Dna di molti che il Pd lo votano ancora e ora si aggrappano al #senzadime come un pugile groggy si aggrappa all’avversario. Per sopravvivere. In un ring che altri hanno scelto per lui. Poi per carità, ogni cronista è criticabile, meglio se non lo si taccia di alto tradimento. Però capita che azzecchi persino qualche riflessione. Ad esempio ieri sera Matteo Renzi ha lanciato Gentiloni come prossimo candidato Pd a Palazzo Chigi. Dopo che il gong è già suonato da un pezzo. Quando qualcuno lo scriveva, mesi fa, minimo gli davano della civetta coi denti da castoro.