Di Roma, Olimpiadi e sindaci paraculi. Un’analisi approssimativa

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(ANSA – PIALLATRICE) Virginia Raggi alla sagra del Photoshop di Frascati

Come su molte cose, non è che ci capisca molto. Non so se le Olimpiadi di Roma sarebbero un affare e per chi. E quando vedo Malagon de’ Malagoni, con quel capello da Luca Cordero di Montemario, penso alla pattuglia acrobatica di interessi che si annidano dietro la candidatura della Città Eterna – vi piace? L’ho inventata ora – per ospitare il carrozzone di sincere passioni e abbondanti flaconi che accompagna l’appuntamento nei pressi del braciere.

Però Virgy, ascolta un cretino.

Posto che tra otto anni sarai verosimilmente impegnata in tutt’altro (un ministero/uno studio legale tutto tuo/un programma su Real Time tipo “Assessori da incubo”) non la vedi, l’opportunità? Cosa dicono di voi i soliti giornalai di regime, sempre meno ormai, visto che li intimidite/vellicate peggio che i craxiani ai bei tempi o i renziani ora? Dicono che siete inetti e incompetenti. Che non avete un progetto. Che sapete dire solo no.

Dimostrate il contrario, allora.

Assumetevi l’onere della prima kermesse “corruzione free”, ottenuta grazie alla cristallina onestà e alla luccicante passione dei vostri cittadini. Occhio, non scherzo. Al netto del forlaniano Di Maio, della nostalgica Lombardi, del ballista Di Battista, di quasi tutto il cerchio magico di yesmen formati all’insegnamento dell’algoritmo di Casaleggio e di quel teatrante senza scrupoli di Beppe Grillo… al netto di tutto questo c’è REALMENTE una base, soprattutto di giovani cui nessuno chiede più il voto, in primis il Pd, che vi vede come unica alternativa rivoluzionaria e come unico baluardo al malaffare. E anche se sappiamo che si sbagliano (nessuno è profondamente onesto se pensa che debbano essere onesti solo gli altri, i politici, specie quando è diventato un politico pure lui e prende appena due spicci in meno dei colleghi) dovreste dimostrare loro che le cose si possono fare anche senza rubare. Che non si può fermare un Paese perché esiste la corruzione. Che bisogna invece battere malaffare e mafie, anche se “la mafia non strangòla” (cit. Peppe) e “in Campania lo Stato ha fatto più danni della camorra” (cit. Di Maio).

Poi, certo, le piscine dei Mondiali non finite. Certo, le opere di Italia ’90. Certo, le piste da bob in Piemonte. Però proprio Torino è la dimostrazione che a volte fare i debiti (quelli che a livello nazionale proponete di non pagare: potremmo sempre prendere i soldi dall’Europa e restituirli col piffero) cambia la storia di una città e la eleva a modello. Altrimenti stavano ancora ad aspettare Marchionne, lungo i Murazzi.

Ma soprattutto, Virgy, dimostrate che avete un piano. Almeno uno, dico. Il Coni è talmente legato a questo progetto – peraltro approvato in Consiglio comunale: non fare che lo blocchi senza ripassare per l’aula che poi arriva il Tar e te le fa organizzare d’ufficio. Sveglia – che ti concederebbero tutto. Il Villaggio Olimpico dentro a casa di D’Alema? Consideralo fatto. Un monumento equestre contro le scie chimiche di fianco alla fontana del Bernini? Pronto. Ristrutturare i vecchi impianti senza buttare soldi nei nuovi? Questo sarebbe più difficile ma te lo passerebbero. E ti passerebbero i fondi per le periferie, quelli per il reddito di cittadinanza, il collagene per Rocco Casalino. Tutto. Perché hanno bisogno di te. E tu hai bisogno di loro.

Perché, Virgy, ti serve un cazzo di progetto per incardinare la tua azione di governo. Ti serve un disegno per zittire chi pensa che tu sia il pupazzo di qualcun altro. Ti serve un cambio di marcia per dimostrare che non sarai la Appendino (anche perché la Appendino è Fassino con la parrucca) ma almeno puoi essere la Raggi. E soprattutto puoi invertire ‘sti due mesi di cupio dissolvi in cui ne avessi azzeccata una, a cominciare dalla cancellazione delle opere coraggiose di Marino contro la cricca dei rifiuti, quella dei poteri zozzi che lo fecero fuori e ora gioiscono.

Poi non è che mi aspetti miracoli. Lo so quel che siete. Lo so che alla nomina politica (certo, cazzo: politica) del competente Vasco Errani, rispondete spargendo vaghe e tossiche accuse di connivenza con la mafia – Errani, cristo – ed evocando le questioni di opportunità che i vostri giornali non hanno minimamente sollevato quando avete riempito il Campidoglio di reduci alemanniani, di parenti di quello e quell’altro, o quando vi siete baloccati per mesi in guerre di correnti che al confronto il Pd… beh, no: il Pd è messo uguale.

Però governare significa quella roba lì. Scegliere. E avere un piano, se si dice di no. Un piano da tirare fuori ora. Se esiste. Perché tra due anni comanderete anche a livello nazionale, grazie agli assist diuturni di uno che è lo specchio riflesso del vostro caro leader. Ma da cittadino sarei contento se prima aveste fatto un po’ di scuola guida.

Ah, poi, in tutta sincerità, non è che a me delle Olimpiadi a Roma freghi moltissimo. Anche perché sarebbe una candidatura. Magari vince qualcun altro. Io lo dico soprattutto per te e un pochino anche per noi. Poi vedi tu. In alto i cuori. Buon tutto. Ciao.

Una storia non vera sull’evasione fiscale

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Questa non è una storia vera.

Non può essere vera.

Non è vero che ieri ho scritto sui social un’ovvietà sull’evasione fiscale (260 miliardi l’anno: ci si mette in sicurezza tutto il Paese, e ne avanzano) scatenando alcuni consensi e alcune critiche furibonde.

Non è vero che a un certo punto tra i contestatori è apparsa una giovane donna che si è rammaricata di poter fare poco nero, visto che non riceve alcun servizio. Ma che appena può le tasse non le paga.

Non è vero che la ragazza in questione vive in Veneto, dove ci sono tre rotonde pro capite.

Non è vero che a un certo punto un mio amico di Facebook le ha risposto qualcosa del tipo “Parli tu che lavori con lo Stato”.

Non è vero che, nonostante lo pseudonimo, il mio amico era risalito alla vera identità della giovane signora attraverso Google image.

Non è vero che la ragazza in questione mi ha subito bloccato.

Non è vero che ho verificato e la ragazza, un giovane avvocato, ha fatto la consulente legale per un’importantissima azienda di Stato e adesso è nel Cda di una società-parcheggio sempre legata all’azienda di cui sopra.

Non è vero che l’avvocato in questione era stata anche consulente di un sottosegretario nel governo Berlusconi IV.

Non è vero che questa tizia ha la faccia tosta di rivendicare l’evasione fiscale e campa coi miei soldi.

Non può essere vero.

Quindi mi scuso per avervi fatto perdere tempo.

Pagate ‘ste cazzo di tasse.

Caro italiano, adesso i tuoi fratelli siamo noi

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Di Massimo Gramellini*

Caro italiano non integralista che vivi in Occidente, esci allo scoperto. Lo so che esisti, ti ho conosciuto. In privato mi hai confidato tante volte il tuo sgomento per l’eresia reazionaria che ha deformato il concetto di famiglia, trasformando il razzismo in un sentimento eroico, e la tua rabbia verso la criminalità organizzata che si atteggia a nostra alleata e invece finanzia quell’eresia dai tempi di Corrado Alvaro, o di Verga. Il piano dei giovani omertosi è piuttosto chiaro: utilizzano ragazzotti viziati per alimentare la paura e l’odio verso il Sud, così da portare i razzisti al potere in Occidente e creare le condizioni per innescare una guerra di civiltà. È la trama dei fanatici di ogni epoca, la conosciamo bene.

Negli Anni Settanta del secolo scorso il terrorismo di sinistra insanguinò le nostre strade con altri metodi (bersagli simbolici e non indiscriminati) ma identici obiettivi: scatenare la rivoluzione. Fallì quando l’operaio comunista che credeva suo alleato gli fece il vuoto intorno. E l’operaio gli si rivoltò contro perché aveva qualcosa da perdere: una casa, uno stipendio, un pallido benessere. Nessuno, credimi, fa la rivoluzione se ha qualcosa da perdere. Il simbolo di quel cambio di stagione fu il sindacalista Guido Rossa, che pagò con la vita la rottura dell’omertà in fabbrica.

Oggi Guido Rossa sei tu. Ti auguro lunga vita, ma è da te che ci aspettiamo il gesto che può cambiare la trama di questa storia. I farabutti che massacrano in nome della cristianità non vengono dal deserto: sono cresciuti in Occidente e quasi sempre ci sono anche nati. Frequentano i tuoi negozi e le tue chiese, parlano la tua lingua, credono (a modo loro) nella tua religione. Hanno figli che vanno a scuola con i tuoi, mogli che chiacchierano con la tua. Per troppo tempo li hai guardati come dei fratelli che sbagliavano, ma che non andavano traditi. Non condividevi i loro comportamenti, ma non te la sentivi di denunciarli: in qualche caso per paura, ma più spesso per una forma perversa di solidarietà religiosa e razziale.

Adesso però il gioco si è fatto troppo duro e non puoi più restare sull’uscio a osservarlo. Adesso anche tu, come l’operaio comunista di quarant’anni fa, hai qualcosa da perdere. Bene o male l’Occidente ti ha accolto, offrendoti la possibilità di una vita più dignitosa. Ora sei uno di noi. Tuo fratello non è più il massacratore di San Michele di Ganzaria ma il migrante che la sua mazza da baseball ha ridotto in fin di vita. O la ragazza presa a pistolettate dal fratello a Nicotera perché portava la gonna troppo corta. Non puoi continuare a negare l’evidenza o a girarti dall’altra parte. Hai oltrepassato quel confine sottile che separa il menefreghismo dalla complicità.

Facciamo un patto. Noi cercheremo di tenere i nostri razzisti lontani dal governo e di migliorare il livello della sicurezza, anche se è impossibile proteggere ermeticamente ogni persona debole. Tu però devi passare all’azione. Devi prendere le distanze dagli invasati che si sentono invasori e dai mafiosi che li fomentano. Denunciarli, sbugiardarli, controbattere punto su punto le loro idee distorte. Senza di te perderemmo la partita. Ma vorrei ti fosse chiaro che fra gli sconfitti ci saresti anche tu.

 

*testo raccolto da Luca Bottura

Rio c’è (reloaded)

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(ANSA – PROFESSIONE RIPORTER) Eugenio De Paoli al massimo della sua travolgente simpatia

PIERMATTEO Nonostante la sconfitta azzurra, Renzi non si pente di aver spostato un dibattito per vedere la finale di volley: “Per un’ora e mezza ho finalmente potuto urlare Forza Italia”.

GRASSI SATURI “Meno male che nel prosieguo la liposuzione è stata quella di dare una sbagherata inconsulta” (Andrea Lucchetta poco prima della prova del palloncino, Ita-Bra, volley)
PRESE PER IL SEQUEL “La voglia è quella di avere un revenge immediato” (Lucchetta, idem)

MILLE GIORNI DI TÈ E DI ME “L’arbitro manda tutti a prendere qualcosa” (dev’essere scaduto il contratto di Caressa col tè caldo, Juve-Fiorentina)

FRATELLI COLTELLI#Icardi rinnova con l’#Inter fino al 2021, 5mln all’anno più bonus (tweet di Francesco Rocchi, Raisport)”. “Notizia vecchia di 12 ore. Siamo su Tw no Enciclopedia” (Alessandro Casarin, Rainews, tweet di risposta)

FESSO CHI LEGGE Un commento pacato sulla nuova grafica del calcio Sky: non si legge una mazza e on/off sulle sostituzioni lo capiscono a Londra ma magari a Maccarese no.

FESSO CHI ASCOLTA Ieri sera finalmente i lanci pubblicitari prima delle gare olimpiche in Rai hanno perso l’effetto “eco in cantina” che ottundeva la voce dello speaker. Da domani si va alla gra… scusate.

TIRARE LE RIGHE “C’è la palla sulla riga della porta… Traiettoria velenosa e la palla è rimasta lì a danzare sulla riga!” (Dario Di Gennaro continua a vedere le righe di porta in piscina, Italia-Montenegro pallanuoto maschile)

CORONAZIONE E LIBERAZIONE “La medaglia è una coronazione massima per un atleta” (il comicissimo Lorenzo Leonarduzzi, Taekwondo femminile, purtroppo entrato in scena troppo tardi)

DORMO SUBITO “Un altro appuntamento da non mancare domani alle 18.15… potete puntare già gli orologi, le sveglie, tutto” (Franco Lauro, Tg Olimpico)

LOTTA DI POCA CLASSE “E’ triste quest’atleta che non riesce ad accettare di stare gareggiando per un bronzo, eppure è un bronzo olimpico”. “Mi consenti una battuta… secondo me sta facendo i conti, siccome l’argento e l’oro vengono pagati di più, lei c’ha il mutuo da pagare e con il bronzo non ce la fa” (Carlo Molfetta e Lorenzo “Lapo Elkann” Leonarduzzi sul bronzo della britannica Walkden, taekwondo femminile)

PORTO FRANCO Per gli appassionati di Franco Bragagna: l’ultima subordinata aperta durante il commento dell’atletica verrà chiusa venerdì sera durante una toccante cerimonia.

ULTIM’ORA La piccola ginnasta Simone Biles è stata scelta come portabandiera americana per la cerimonia di chiusura dell’Olimpiade. Purtroppo c’era vento ed è stata la bandiera americana a portare lei.

Uscito sul Corriere della Sera

Rio c’è (reloaded)

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20 agosto 2016

BREXIN E OUT Sconcerto in Gran Bretagna per l’inviato da Rio che s’è ritrovato alle spalle due tizi che facevano sesso in spiaggia. Fossero stati davanti all’inviato, sarebbe stata una prima serata di Canale 5.

TIRIAMO UNA RIGA “La conclusione di Presciutti… traversa e riga!” (Dario Di Gennaro vede una riga immaginaria in piscina, Italia-Serbia pallanuoto maschile)

ANNUNCIATIO PRAECOX “Pallanuoto, Settebello solo argento”” (Flash della App Rai dopo la semifinale di pallanuoto maschile)

L’IMPORTANTE È PARTECIPARE “Con la Grecia il Settebello ha interpretato la gara in maniera perfetta con una tranquillità direi quasi olimpica” (Francesco Postiglione, Pre Italia-Serbia pallanuoto maschile)

HOTEL BAGLIONI “Quella di Sonia Couch è una gara che non sa né di te né di me” (Oscar Bertone, tuffi piattaforma femminile)

GIORNALISMO ORGANICO “Figura di m. per il maratoneta francese” (video sul Fatto Quotidiano relativo al problema intestinale di Yohann Diniz, con insistita inquadratura dei pantaloncini sporchi. Comunque era la 50 km di marcia)

TORMENTO ED EXTASY “Intanto è un effetto stupefacente quello di tenere gli occhi durante il match sulla monitoria o addirittura sul ring e poi finito il match alzare gli occhi e vedere che nel frattempo almeno duemila persone hanno preso posto senza esserci accorti di nulla, non sappiamo neanche da dove sono passati” (Davide Novelli, Boxe maschile)

I FRATELLI DE RETE “Chi ha toccato la rete se non Lanza?”. “Forse l’ansia?” (Antinelli e Lucchetta, Italia-Usa di volley)

CRISTO, SOLITARIO Y FINAL “Buti tira giù un po’ di santi dal calendario tornando in panchina”. “Il Corcovado è in intermittenza” (Antinelli e Lucchetta, idem)

TAXI AMARI “Cinque palle match per l’Italia… time out Stati Uniti”. “Chiama pure il taxi altro che time out!” (Antinelli e Lucchetta, ibidem)

COMPLIMENTO OGGETTO “La Durunda dal punto di vista tecnico-stilistico non ha proprio nulla da rimproverare” (Andrea Fusco, ginnastica ritmica)

UOMINI COL PASTELLO Ottima questa idea di di impiegare i profughi per i lavori socialmente utili: se ce n’è uno che se la cava col cartonage gli si potrebbe chiedere di rifare la grafica di Raisport.

Uscito sul Corriere della Sera