La vicenda dei Marò è la musica balcanica della politica estera: è bella e tutto quanto, ma alla lunga, eccetera.
Mi permetterei perciò si suggerire una soluzione per riportarli velocemente in patria. Con una premessa: finora l’Italia ha fatto in modo che i due non andassero alla sbarra. Si imputa agli indiani il ritardo nel formulare il capo d’imputazione, quando le lungaggini sono dovute principalmente al nostro improbabile fuoco di sbarramento diplomatico “berlusconiano”. Finora, puntando tutto sulla giurisdizione, cioè su CHI deve processare i due militari, si è preferito difenderli non “nel” processo ma, come appunto faceva Silvio, “dal” processo.
Si può fare, invece, così:
li lasciamo processare agli indiani, che verosimilmente, con tutto il clamore mediatico mondiale intorno al caso e la concreta possibilità che la Pinotti plani nuovamente a mangiarsi un pollo tandoori, li assolveranno.
Se non li assolvono, posto che la pena di morte per il caso in questione è esclusa, lavoriamo già da ora perché possano scontare la pena in Italia.
Quando arrivano in Italia, mandiamo la Pinotti, ma anche la Mogherini e Lapo Pistelli, ad accoglierli, come fece Diliberto con Silvia Baraldini, in modo che capiscano come anche qui c’è sofferenza e disperazione.
Dopo un annetto di arresti domiciliari li liberiamo fischiettando.
Sono intimamente convinto, così, senza prove, per l’opinione che mi sono fatto leggendo le diverse ricostruzioni, che siano colpevoli. Penso inoltre che militari pagati con le mie tasse non dovrebbero fare da scorta a navi private in giro per il mondo.
Però, visto che ci tenete tanto, credo di avervi dato la soluzione.
Un abbraccio. Viva l’Italia (che non è un Paese di merda. Non tutto, almeno).
grande
Caro Bottura, ognuno ha diritto alla sua opinione. La mia è che in alcune di quelle ricostruzioni ci sono buchi abbastanza grossi da parcheggiarci una petroliera, per non parlare di cose fondamentali come le autopsie di quei due poveracci. Quanto ai nostri militari in servizio di scorta, faccio notare che alle compagnie italiane non è consentito assumere mercenari – l’accordo con il Ministero della Difesa serve a questo, trovare un modo per garantire la sicurezza della navigazione mercantile.
I due indiani sono morti di raffreddore e gli altri Maro’ avevano smarrito il fucile
ma quindi anche i signori della vigilanza fuori l’ingresso della banca sono mercenari?
Caro Luca, buon per te che hai tutte queste certezze. Si vede che dal tuo punto di vista il fatto che ci siano delle precise norme di diritto internazionale che regolano la giurisdizione in questi casi è qualcosa da non considerare, trattandosi di norme evidentemente “berlusconiane”.
Caro Luca, ti leggo e ascolto sempre con grande piacere ma – mi dispiace – ci sono troppe incrollabili certezze in questo post, con cui sono in totale disaccordo. Io, dopo aver sentito la testimonianza del capitano della nave, ho più di qualche dubbio sulla colpevolezza dei due fucilieri e mi sto facendo l’idea che siano moneta di scambio per interessi più grandi di loro. Prima di emettere giudizi sommari, inviterei tutti all’ascolto del capitano della nave: http://video.repubblica.it/dossier/enrica-lexie/il-comandante-in-seconda-non-sono-stati-i-maro-a-colpire-i-pescatori/122037/120524