Bologna, cosa faranno dopo la promozione?

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Finisce come doveva, col meritato giro di campo trionfale per chi tanto ha fatto per la promozione in A: la traversa sotto la curva Andrea Costa. Ma è già domani: cosa succederà ora ai rossoblù? Acquafresca tornerà a fare il dentifricio? Cacia andrà a litigare con gli umarells di quale città? Ma soprattutto: nel concitato finale, ieri sera, Merola fumava impassibile una grossa sigaretta. Non è che lo porta via la narcotici?

JOEY SAPUTO Festeggerà sobriamente con un concerto in Piazza Maggiore di Paul McCartney e Ringo Starr (“Volevamo anche John e George ma purtroppo si sono negati al telefono”) e allestirà un Bologna di ambizione e tradizione: Negri; Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. All’obiezione che si tratterebbe di una squadra troppo stagionata, Saputo ha già risposto che pure il provolone che smercia ai canadesi è stagionatissimo, ma se lo mangiano che è un piacere.

JOE TACOPINA Lascerà il Bologna. Visto l’entusiasmo con cui ha travolto una città desolata e senza speranze, nonché le incredibili capacità comunicative, Matteo Renzi in persona l’ha voluto per rilanciare un’istituzione che inspiegabilmente non gode di buona stampa: Equitalia. Già pronta la prima iniziativa: sostituire gli Autovelox con dei selfie che il trasgressore deve scattarsi appena si rende conto di aver superato i limiti. Curiosamente la Polstrada nicchia.

DELIO ROSSI Il mister si godrà le parole con cui Saputo ha voluto da subito infondergli fiducia per il prossimo futuro: “Le grandi squadre si fondano sul lavoro, sull’abnegazione, sulla riconoscenza. E’ per questo che qui e ora voglio dire grazie e augurare un ottimo futuro all’allenatore del Bologna: Roberto Mancini”.

PANTALEO CORVINO La geniale strategia comunicativa con cui ha gestito gli ultimi sei mesi – “Andate in serie ché poi vi cambiamo tutti” – non è passata inosservata e ha già partorito un’importante collaborazione: Corvino diventerà il responsabile marketing della Lista Merola con cui l’ormai ex sindaco Pd sfiderà il suo vecchio partito. Pronto lo slogan: “Volevamo Montezemolo, ma c’è questo. Accontentatevi”.

ANTHONY RIZZA Passerà i prossimi sei mesi a cercare di spiegare che nonostante il combinato disposto tra nome e cognome no, non era lui quello nel cast dei Soprano.

FILIPPO FUSCO Festeggerà la promozione rossoblu con un gesto di grande generosità: una telefonata alla Maga Chiatella per togliere il malocchio che aveva richiesto a gennaio.

DIEGO LOPEZ Manterrà la docenza del Master di “Sfanculamento Cronisti” alla “Giulio Tremonti University” di Houston, di cui è diventato insegnante dopo l’esonero. Il corso comprende teoria e pratica del ribaltamento polemico, seminario di faccette ostili con cui rispondere a domande sgradite, prolegomeni del “Dimmelo tu” con cui affrontare ogni rilievo tecnico. Al suo fianco, per aggiungere una carica di simpatia, previsto l’arrivo di Mazzarri.

VIRGINIO MEROLA Il sindaco annuncerà di voler di legare la rielezione al progetto di Saputo per il nuovo Dall’Ara, in cui è previsto uno stadio che inizia in via Andrea Costa e finisce a Ferrara, parcheggi sotterranei per 160.000 auto, centri commerciali a soppalco, otto linee di metropolitana, l’allargamento di San Petronio, la ricostruzione completa delle Mura abbattute nel 1906, il completamento del People Mover. “Anche se sul People Mover – preciserà Merola – ci andrei coi piedi di piombo”.

ALBANO GUARALDI “La promozione è anche un po’ merito mio”, dichiarerà in un bar di Castenaso dopo la vittoria. La prognosi è di 15 giorni salvo complicazioni.

MONSIGNOR VECCHI Verrà fermato dalla polizia municipale durante il tentativo di scrivere “Saputo c’è” sotto un cavalcavia.

FEDERICO CASARINI Giocherà da un’altra parte e ci farà un mazzo tanto dimostrando che altrove, se non sei cresciuto qui, qualche volta puoi prendere persino più di 6,5 in pagella, anche se al posto dei piedi non hai aggeggi da ricamo. Ciao Federico, che Carpi ti sia lieve.

FRANCELINO MATUZALEM Resterà a Bologna. I suoi tatuaggi sono stati dichiarati patrimonio dell’Unesco, il solo cui Bologna possa ambire finché non ripulisce i graffiti. L’unico rischio è che una volta esposto riempiano di Tag pure lui, ma Francelino è contento perché almeno stavolta non dovrebbe pagare i nuovi tatoo.

GENNARO TROIANIELLO Pazzesco, c’era pure Troianiello. Te t’è vest un bel mond.

Uscito sul Corriere di Bologna

Matteo Renzi e la non vittoria: un’analisi noiosa

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Fuor di satira, a Matteo Renzi voglio bene.

In parte perché soddisfa ogni giorno la mia voglia di buono, di una minchiata, e del cioccolato. Anche se ieri non sembrava cioccolato.

Un po’ perché nel supermarket post-ideologico in cui sta trasformando il Pd c’è ancora uno 0,00000000000000000000000000001 periodico del dna cui la mia microscopica storia politica deve le poche convinzioni residue.

In virtù di questo afflato, mi punge vaghezza di spiegargli che sottovalutare il voto di ieri è, per dirla con Voltaire, una fragorosa cazzata.

Come avrete notato, la cavalleria renziana (ufficiali e fanteria) suona all’unisono lo stesso slogan: “5-2, tutti a casa. Se questa è una sconfitta”.

E’ una sconfitta.

Non archiviabile con un hashtag.

Perché:

  • La candidata in Liguria era sbagliata. Controdeduzione: ha vinto le Primarie. Contro-controdeduzione: se le Primarie mettevano di fronte un clone della Carfagna e il preistorico Cofferati, significa che la classe dirigente in Liguria del Pd sta a zero. Preoccupatevi.
  • La candidata in Veneto era sbagliata. L’idea che fotocopiare le idee silvio-leghiste e imbellettarle col pilates porti a sicure vittorie, conduce la Lega a stravincere. Per il nostalgico verde-azzuro, allora, meglio la destra vera. Specie se governi da un anno e hai partorito:
  1. Annunci a raffica
  2. Pochissimo di concreto
  3. Quel poco di concreto ostile alla tua base tradizionale.
  • Se vinci per miracolo in Umbria, dove votano Pd anche i cinghiali, qualche domanda devi fartela.
  • In Campania ha vinto De Luca. Il quale si impone malgrado il Pd, tanto che tra impresentabili ripudiati e rivendicati ti ha dimostrato che a comandare è lui. Ma De Luca è anche uno che, come Bassolino a un certo punto, pensa che certe spinte “esterne” si possano addomesticare, filtrare, battere con l’omeopatia. Invece no. Il messaggio che tu e lui date, insieme, è quello di un partito per cui le leggi si aggiustano. E’ esplosivo, terrificante, un punto di non ritorno. Che poi la Severino sia una legge confusa, lo sapevate anche prima. Ma pare fosse più urgente distribuire qualche mancia a pioggia.
  • Le Marche non esistono.
  • In Toscana ha vinto un bersaniano di acciaio, uno che Verdini cerca di investirlo anche fuori dalle strisce, uno che volevi rottamare ma hai dovuto tenere a malincuore perché portava voti e consenso.
  • In Puglia ha stravinto uno che nomina assessore una tizia del M5S, candidato contro il partito nazionale. Uno della ditta.

Basterebbe per analizzare il voto senza fare spallucce, ma – da cazzaro applicato alla politica – mi permetto di sottolineare un ultimo dato: liquidare come gufi, rosiconi, civatiani, tutti quelli che azzardano qualche critica alla non vittoria, o addirittura una tenue resistenza alla marcia non più trionfale del partito della Nazione, somiglia in modo impressionante ai grillini che liquidavano come servi del Pd tutti quelli che muovevano rilievi sull’ipertrofia Grillo-Casaleggio.

Appena i vertici (la base, molta base no) hanno compreso la necessità di mutare almeno la strategia di comunicazione, il M5S ha ripreso a volare.

Consiglio, quindi, di cambiare verso.

E pure in fretta.