L’altro giorno sono stato coinvolto in uno shitstorm a freddo. Qualcuno è andato a ripescare un mio tweet di un mesetto fa, una battuta sul senso civico degli italiani – rispetto al quale, diciamo, c’è una vasta letteratura – e mi ha accoppiato all’intellettuale Tomaso Montanari deridendoci in coppia in quanto catastrofisti a favore della dittatura sanitaria. Più o meno. Risultato: messe di insulti, sempre a freddo, qualche minaccia in dm su Fb, eccetera.
È la prima volta a mia memoria che subisco questo trattamento. Probabilmente, avendo chiuso i commenti sui post sensibili (tema Italia Viva, per capirci) hanno pensato bene che la charachter assassination, che viaggia di pari passo con una personalissima balls assassination, andasse portata avanti su altri fronti. Gli intellettuali di riferimento di questa costante intimidazione, a cominciare da Riccardo Puglisi, uno che ai bei tempi mi scriveva in privato per essere ritwittato, e tra l’altro talvolta lo facevo pure, perché io sono un tizio laico, non voglio la dittatura del proletariato, hanno fatto da cassa di risonanza.
A quel punto sono arrivati anche quelli della banda psico-economista (i fan di Borghi, di Bagnai). E giù botte.
L’andazzo che segue queste lezioncine è però è quello di colpire e negare. Spesso i commenti, anche di chi scatena la tempesta, insistono sul mio vittimismo, sul fatto che questa costante opera di attacco alla mia modesta percezione pubblica, sia una sorta di paranoia.
Allora voglio presentarvi Marco De Meo. Ve lo presento anche se non so chi cazzo sia, Marco De Meo. Leggo nella sua bio che è a favore degli Stati Uniti d’Europa e su questo siamo anche d’accordo. Molto. Ha non pochi follower. Non è un troll, esiste. Ma appunto non ne avevo contezza alcuna.
Poi mi è arrivata una notifica da google e ho scoperto che De Meo parla di me, pur avendomi bloccato e avendo bloccato, per non essere letto, persino l’account di Italia Viva Viserbella che avevo creato per divertimento giorni fa. Egli, il De Meo scrive che io e Montanari – gli stessi due nomi, tu guarda – avremmo complottato contro la libertà degli italiani nei vari talk show de La7 e di Raitre di cui siamo ospiti.
Come i miei quattro follower sanno, io non vado in tv quasi mai, perché preferisco lavorare come autore. E anche perché non ho neanche tutti ‘sti inviti, da quando ho lasciato spintaneamente Repubblica. Mi è successo di passarci qualche volta un annetto fa, perché dovevo promuovere un libro, forse ci tornerò ora che ne esce un altro, recentemente l’amico Makkox mi ha invitato a Propaganda – cinque minuti netti – per parlare di due tweet satirici che avevo scritto su Salvini e Meloni. Fine.
Perché allora De Meo scrive questa, chiedo scusa per il francesismo, sontuosa cagata?
Perché mi afferisce a un fronte senza che io ne faccia parte?
Perché mi accomuna a un signore eminente ma che manco conosco e col quale spesso discordo?
Perché dice questa balla?
Forse perché fa parte di un attacco social coordinato e continuativo che deve sparare la stessa bugia per colpire i non allineati? Perché si diverte in proprio a far girare informazioni false su un tizio che gli sta antipatico? Perché è vittima in buonafede della propaganda ad minchiam (anzi: contra minchiam) altrui?
Per una singolare coincidenza?
Come diceva PPP in ambiti infinitamente più importanti, io credo di sapere. Ma non ho ovviamente le prove. Temo però che questo squadrismo minore, questa disperazione fatta tweet, questo fortino livoroso nel quale si è rintanato il popolino della fu grande speranza politica di molti, non sia propedeutico a chissà quali grandi successi.
Perché prima o poi questa legislatura finisce, i guastatori coi voti degli altri non li potrete più fare, e vi resterà soltanto questo giochetto social che vi assimila in toto al peggiore populismo di Destra. E vi ritroverete con la vostra caccia al reprobo che non avrà soltanto sfasciato i maroni a un tizio tutto sommato infinitesimale come il sottoscritto, ma avrà anche avvelenato gli ultimi pozzi ai quali, anche se non ne avete contezza, bevete anche voi.
#bastabestie
#statesereni
Forza e coraggio. Continuo a pensare che questi sfigati non pesino tanto nel mondo reale e per questo siano solo aggressivi. Per spirito corporativo aggiungi che gli economisti non sono tutti come Puglisi e Bagnai.
Correggo:
Forza e coraggio. Continuo a pensare che questi sfigati non pesino tanto nel mondo reale e per questo sono tanto aggressivi, ma magari mi illudo. Per spirito corporativo aggiungo che gli economisti non sono tutti come Puglisi e Bagnai.