(ANSA – BLASFEMIA) La vignetta di Natangelo sul Fatto Quotidiano di oggi
Pràt! Poroproz! Prà prà prà!
Oh, fatto. Due belle scoregge in testa al pezzo e con la parte ludica siamo a posto.
No, perché se ti industri ogni tanto con la satira, a quello devi limitarti. Ehi bello: non scassarci la minchia con la poesia, non farci la morale, non urtare suscettibilità tirando qualche bella ginocchiata nei coglioni.
Facce ride. Dicci che Renzi è autoritario, che Grillo è un mitomane. Belen? Hai niente su Belen?
La Palestina no. Lì ci stanno i morti, cristo. Nun se fa. Stavolta mi hai deluso. Stavolta hai esagerato. Stavolta…
No, non è capitato a me.
E’ capitato a una vecchia compagna di bagordi satirici che può piacere o non piacere, ovvio. Una a cui capita di scrivere cose eccelse e vaccate, come tutti.
A me soprattutto vaccate.
Solo che io, normalmente, faccio incazzare categorie trasversali – tassisti, grillini, tassisti grillini, renziani, juventini, Napoli secondo estratto 2 – ma non indigno. Purtroppo.
L’indignazione la si riserva a Lia Celi, parlo di lei, quando twitta così:
“Ora in corso la finale #Israele–#Palestina. Si profila lo spettro dei supplementari”.
Può darsi che io sia fuorviato dall’antica vicinanza fisica nella redazione di Cuore, ma a me la lettura del vergognoso tweet sembra palmare.
La translittero:
1) Parliamo di Mondiali e quelli si ammazzano, ma chissenefotte.
2) I pochi che ne parlano si esprimono da ultrà: curva Netanyahu, curva Hamas.
3) Non è finita qui, si profila una continuazione del conflitto.
Un editoriale, in 140 caratteri.
Però lei non poteva, battutara che non è altro. Come s’è permessa. E allora giù con i commenti:
- ti dovrebbero mettere a Gaza e spararti tutti i giorni in testa. Idiota
- ma si deve cazzeggiare proprio su tutto?
- ma sei così di tuo o prendi delle pasticche?
- ma sei solo cretina @LiaCeli o lo fai apposta?
- Questa non fa ridere. Si può far satira su tutto, anche sulle guerre e sulla morte. Ma non con giochi di parole banali.
- questa battuta mi fa letteralmente schifo
- ha cagato fuori dal boccale…questo è tutto
- ti adoro da sempre. Ma questa è una battuta fuori luogo.
- Secondo me banalizza soltanto. Non c’è nessuna pietà verso le vittime, né distinzione tra vittime e carnefici
Eccetera.
Riassumo: non puoi parlarne, devi parlarne come voglio io, comunque non hai preso posizione e quindi non hai diritto di trattare il tema perché non sei politicamente corretta.
Per soprammercato: ti accuso di fare giochi di parole l’unica volta che non ne fai.
Svelerò un piccolo segreto: la satira è una bettola del pensiero, che esprime il pensiero medesimo circondandolo di peti.
E’ moralista (ha sempre un punto di vista) ma si travisa con l’imbecillità. Però, a proposito di morale, tolti i benemeriti momenti di puro cazzeggio, contiene di solito una motivazione più o meno profonda.
Quando la si depriva dei meteorismi di accompagnamento, prevale perciò quella sorta di malessere che solitamente sfocia in battuta – parlo per me – ma talvolta diventa una piccola riflessione amara. Spesso retorica.
Lo ha fatto Lia, lo ha fatto oggi Natangelo sul Fatto Quotidiano. Solo che lì sono il disegno e i colori, il tratto infantile, lo stacco netto tra motto di spirito e linguaggio con cui lo si racconta, a stabilire i confini della provocazione satirica.
Dunque spero che non gli abbiano troppo frantumato i bagigi, come ho fatto io, scrivendo questo pletorico pezzo. Che potrei riassumere così: poco m’importa dell’impopolarità, sennò me ne starei zitto. Ma dimmelo senza augurarmi che mi sparino in testa.
Pràt! Poroproz! Prà!