Il vecchio Pd governava e governa con Berlusconi, il nuovo Pd ci fa le riforme istituzionali.
Il vecchio Pd legittimava Berlusconi (e tutto il suo portato di illegalità, amoralità, che in vent’anni ha titillato e fatto esplodere l’anarchismo destrorso italiano, azzoppando il Paese per chissà quanto ancora), quello nuovo legittima Berlusconi e lo invita a casa propria. Dopo una condanna in via definitiva. E’ un messaggio devastante.
La vecchia legge elettorale era stata fatta contro qualcuno (Prodi), quella nuova viene fatta tenendo fuori qualcuno (Grillo) e a favore dei due partiti che la scrivono, pur non mancando di tutelare Alfano in modo che la voti pure lui e venga risarcito di essere stato scaricato dal Pd, dopo esserne stato brevemente usato.
La vecchia legge elettorale tradiva il referendum sul maggioritario, la nuova legge elettorale tradisce il referendum sul maggioritario.
La vecchia legge elettorale prevedeva listini bloccati nominati dai partiti, la nuova legge elettorale prevede listini bloccati nominati dai partiti.
Non si vota, non si decide. E’ una controfirma. Un porcellinum.
Ma il risultato, dicono tutti, è storico.
Vero.
Il risultato storico è che un anno fa il Pd aveva ridotto in macerie la casa della sinistra moderata. Mo’ è arrivato Renzi e su quelle macerie ha sparso la calce viva.
“Profonda sintonia”.
Con scappellamento spagnolo.
Olè.