M5S a Bologna: i risultati ufficiali delle Buganarie

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L’ho fatto.

Ho indetto le Buganarie.

Perché spero in cuor mio che Massimo Bugani diventi il primo sindaco pentastellato di Bologna.

Con due ottime ragioni. Almeno.

Intanto perché altri cinque anni di Merola equivarrebbero alla morte civile della satira. Bugani invece, con i suoi video buffi, le interrogazioni in retromarcia, le gag scippate alla Lega sugli immigrati, le lettere di raccomandazione per i videomaker amici suoi, la cancellazione sistematica di chiunque lo critichi anche velatamente sui social, sarebbe grasso che cola. Il suo. Che da quando fa il ragazzo immagine di Peppe è diventato un figurino. A differenza mia. Che ormai peso come il Nettuno. Ma sono meno mobile.

Poi perché io amo Grillo e tutti i suoi adepti. Come gesto punk, potrei persino votarli*. E dunque mi sembrava spiacevole che dopo secoli di “Uno vale uno”, di importanza della rete, di democrazia diretta, di flamenco sugli zebedei a suon di consultazioni anche sul colore del cavallo bianco di Napoleone, ci ritrovassimo a palazzo d’Accursio uno che arriva al soglio perché per Di Maio è “il candidato naturale”.

Roba che neanche Cirino Pomicino. Con tutto che Cirino Pomicino, rispetto a Di Maio, era Cavour.

Per la precisione, ho indetto le Buganarie su Twitter. In 24 ore hanno votato in 96. Ciòè 58 in più di quelli che indicarono Bugani per il consiglio comunale. E per essere sicuro che nulla andasse storto, mi sono fatto dare le opzioni direttamente da Casaleggio.

I risultati:

Massimo Bugani 13%

Bugani Massimo 6%

Il cocco di Di Maio 31%

Il fan di Nik il Nero 50%.

L’esito mi sembra definitivo e invito i pochi pidioti che non volessero prenderne atto, peraltro travestiti da iscritti al M5S, cioè quelli che infestano il web con l’hashtag #buganirispondi, a smetterla di frapporsi tra Massimo e il posto che gli spetta.

Analogo suggerimento mi tocca rivolgere a chi ha votato al sondaggio su Facebook. In quel caso, purtroppo, non mi è stato possibile inserire le quattro opzioni obbligate di cui sopra. E dunque ognuno s’è espresso liberamente sul possibile sindaco grillino.

Hanno ottenuto voti:

Beppe Maniglia, Franco Sport, Luca Bottura, Massimo Bottura, ‘stoc(censura), Ciccio di Nonna Papera, Melania del Pratello, il mio compagno delle superiori Saverio Germinara, Gianni Morandi, Joe Tacopina, Luca Carboni, Danilo Masotti**, gli umarells di Danilo Masotti, Cesare Cremonini, Vito, Roberto Donadoni, Virginio Merola, padre Gabriele Digani, Giuseppe Giacobazzi, Gianfranco Civolani, Angelo Rizzi (“Sono messo male”), il gommista di Andrea Aloi, Donald Trump, Altero, Maximiliano Ulivieri**, l’ispettore Coliandro.

La dispersione del voto è il chiaro segnale che, come dice Massimo, il Pd trema al solo immaginare una figura retta, capace e competente alla guida del Comune. Ma trema anche se ci andasse Bugani.

Dunque anche questa è fatta, il sindaco del MoVimento è stato sdoganato dalla rete, in alto i cuori. Adesso torniamo a occuparci dei fittoni sotto le Due Torri. Evviva.

*scherzo

**Scusate Max e Danilo, sul cartaceo vi avevo perso

 

Uscito sul Corriere di Bologna

La Coop, Bugani e il video cult: la sceneggiatura segreta

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bugaCuriosità e migliaia di visualizzazioni per il video comico pubblicato su Youtube dal consigliere comunale pentastellato, nonché frontman di Beppe Grillo alle Europee, Massimo Bugani. Nei 5’10” di filmato, Bugani smaschera i prodotti Coop che contengono ingredienti stranieri, ma lo fa con una nuova  app della Coop che serve proprio a quello. I commentatori sul web hanno deriso il filmato col banale pretesto che satireggiare un marchio pubblicizzandone i servizi è un clamoroso autogol. Altri hanno ironizzato dicendo che Bugani sembrava pagato per fare pubblicità. Ma è falso. Altrimenti ci sarebbe stato un copione. E in quel caso, sarebbe stato come quello che leggete qua sotto.

 

Titolo

“La Coop è lui” (plot per corto comico promozionale commissionato da Coop Italia).

Interprete

Massimo Bugani, consigliere comunale del M5S.

Location

Interno giorno, cucina ingombra di oggetti d’uso comune. La ripresa è volutamente malferma a simulare di essere stata realizzata con uno smartphone, per evidenziare l’effetto “rubato”.

Dietro a un lato del tavolo è seduto Bugani. Sul medesimo (il tavolo, non Bugani) sono disposti alcuni prodotti a marchio Coop.

Soggetto (Tra parentesi le note del cliente)

Il protagonista inizia la performance stonando platealmente il jingle della casa pubblicizzata: “La Coop sei tu, chi può darti di più”. Sull’ultima parola, la voce si fa più stridula per calcare il proprio ruolo in commedia: l’Ispettore Clouseau.

Primo tirante comico

L’attore mostra in camera uno smartphone e si vanta di aver scoperto una magagna della Coop: i prodotti che ha lì sul tavolo contengono anche materie prime estere. Come l’ha scoperto? Con un’applicazione gratuita della Coop (che chiunque può scaricare e serve proprio a verificare la provenienza delle materie prime).

Close up sullo smartphone – filone comico secondario: è prodotto in Corea – mentre lancia l’app.

Nota bene: per evitare che il proposito commerciale del filmato balzi subito all’occhio, proprio sopra il logo “Coop Origini“ appare di sfuggita un’altra app: quella di “X factor 2013”. Lo spettatore sorriderà, pensando al pentastellato duro e puro che si titilla con Morgan e Mika, e farà meno caso allo spot (attenzione: non inserire la battuta che votare per X Factor è più facile che scegliere i candidati europei a Cinque Stelle. L’autocritica renderebbe meno credibile il messaggio).

Secondo tirante comico

Con cordiale indignazione (modello di riferimento: Peppone quando prendeva cappello di fronte a Don Camillo) il protagonista inserisce nella app i codici dei prodotti che vuole sbugiardare.

Dettaglio su scatola di tisana Coop sulla quale è scritto che è prodotta in India. Dopo aver inserito il codice nello smartphone, Bugani rivela tutto contento un particolare inedito: è prodotta in India.

Terzo tirante comico e chiusura

Climax: l’attore rivela che il succo di pompelmo Coop viene da Cuba (attenzione: cancellare battuta “E da dove vuoi che venga, da Molinella?”). Solo alla fine, pronuncia una frase fintamente critica – “Forse non sapevate che la Coop è anche Messico, Stati Uniti, Egitto: ma cosa cavolo ci mangiamo…” – il cui scopo è far sentire lo spettatore più avveduto del protagonista, invitandolo in modo subliminale a scaricare l’app di cui sopra e a comprare Coop.

Istruzioni di marketing

il video andrà postato su Youtube senza avvertire che si tratta di una telepromozione. Sono stimabili quasi 100.000 contatti nei soli primi tre giorni, dei quali appena 99.500 provenienti dal computer di Bugani.

Uscito sul Corriere di Bologna