Avete amato il Virzì di “Ovosodo” e volete un altro bell’affresco di Livorno? Non andate.
Vi è piaciuto “Tutta la vita davanti” e cercate quel sapore da Monicelli 2.0? Non andate.
Avete pianto come vitelli per almeno il 70 per cento de “La prima cosa bella” e avete perdonato alla Sandrelli anche lo spot del Danacol? Non andate.
Volete la satira di costume ma se intuite che è anche su di voi esigete la carezza, dopo lo sganassone? Non andate.
Volete la Ramazzotti nuda o anche vestita, pure se non c’entra nulla con la trama? Non andate.
Preferivate Valeria Golino in “Hot Shots” e non le perdonate Scamarcio? Non andate.
“Bentivoglio va bene ma s’è un po’ inquartato… vuoi mettere quanto era figo in Marrakech express”. Non andate.
Volevate un film contro la Lega e rischiate di scoprire che è un film universale contro l’Occidente? Non andate.
Cioè cazzo compagni? Non andate.
Ma quando si ride? Non andate.
E La grande bellezza? E Fellini? E l’affresco di costume in bella calligrafia? Non andate.
Siete Matteo Salvini e rischiate di perdere il secondo tempo perché non sapete contare fino a 2*? Non andate.
Altrimenti andate. Diffondete. Raccontate. Perché ci voleva un romanzo americano a scolpire sulla roccia le quattro parole che dovrebbero stare sotto lo stemma nazionale: “Qui nessuno è innocente”.
*In realtà non c’è l’intervallo tra il primo e il secondo tempo. Ma Salvini è un amico e non potevo lasciarlo senza una battuta