Tolti Youporn e i video di Sio, Internet non ha poi ‘sto gran senso.
Talvolta però è quantomeno utile a consolidare i propri pregiudizi.
Oggi, ad esempio, riportavo su Facebook un brano dell’omelia domenicale di Eugenio Scalfari su Repubblica.
Questo:
“Un’osservazione voglio ancora aggiungere che riguarda l’inclusione che si farà in tutta Europa ma che è un vero e proprio shock per l’Italia, del reddito malavitoso nella contabilità nazionale. Contabilizzando il reddito che le varie mafie ricavano dalla droga, dagli appalti, dai bordelli, dalle sale da gioco, il Pil nazionale aumenterà di almeno 60 miliardi di euro. Non combattendo il formarsi di quel reddito ma contabilizzandolo. Ne avranno un vantaggio e ne saranno tutti contenti all’Istat, all’Eurostat, al Tesoro. A me sembra una pura e semplice vergogna”.
Tra i commenti, mi ha colpito chi andava oltre il fatto etico, sostenendo che i soldi versati dai singoli Paesi all’Ue vengono calcolati in base al Pil. E che, dunque, l’Italia avrebbe tratto da questo upgrade un piccolo salasso economico.
Sono andato a controllare: è vero. L’Italia dovrà pagare di più. Parecchio di più, a differenza di altri Stati in cui il sommerso, malavitoso e non, non è così soverchiante.
Naturalmente, però, il surplus non potrà essere preso dall’intero Pil (regolare/irregolare) ma solo da quello legale. Del resto sarebbe difficile andare dalla ‘ndrangheta e chiedere di contribuire al benessere dell’Unione.
Quindi accadrà che i miei soldi di cittadino onesto, e quelli di tutti gli imprenditori perbene, del Pil pulito, ufficiale, andranno a finanziare la qualità della vita – e magari le attività, pulite e non – di chi delinque e di chi non paga le tasse.
Esattamente come accade in Italia.
Leonardo Sciascia ci aveva azzeccato: finalmente la linea delle palme è arrivata a Bruxelles.