La legge di stabilità che il Parlamento ha votato senza manco averla letta contiene diversi provvedimenti opinabili e si basa su una scommessa: centrare gli obiettivi nel 2015, salvo alzare a manetta le accise sulla benzina e l’Iva l’anno successivo. E’ dunque molto probabile che alzeranno le accise e l’Iva (al 25,5%).
Tra le certezze, invece, va annoverata la possibilità di inserire in busta paga il Tfr (la vecchia liquidazione) anziché riceverla al momento di andare in pensione o di cambiare datore di lavoro. Il Tfr, oggi, è un airbag da attivare una volta perso il posto, o come sostegno alle proprie finanze nel momento in cui si passa dallo stipendio all’assegno di vecchiaia. Che è meno pingue. Funge sostanzialmente un ruolo di ammortizzatore sociale. Per questo è poco tassato.
Chi invece deciderà di riceverlo già ora, diluito un tanto al mese, pagherà le imposte per intero.
E ciò è immorale.
E’ immorale poiché chi si priva della liquidazione nel 99 per cento dei casi lo fa perché costretto. Baratta il futuro per un presente meno micragnoso, e attinge a scorte che avrebbe preferito usare a suo tempo. Ma non può. Accende una specie di mutuo sul proprio futuro. Ed è qui che arriva lo Stato, facendogli pagare il prezzo per intero.
Lucra sul bisogno, un po’ come coi gioco d’azzardo.
Il Tfr in busta paga è dunque l’ennesima tassa sulla povertà. E ancora una volta ai danni di chi percepisce uno stipendio fisso e dunque manco può ricorrere all’evasione di necessità con la quale molti ultrà antitasse pagano il collegio svizzero ai figli.
Andrebbe ritirato. E se esistesse una sinistra in questo Paese, persino quella che sta nel Pd e si proclama tale, dovrebbe farci una bella battaglia.
Ciao.
Purtroppo servirebbe che la sinistra (minuscolo) facesse la Sinistra (maiuscolo): cioè, almeno leggere le leggi prima di votarle.
Veramante ci sarebbe e ci ha provato, a partire dalla FIOM che si è tirata dietro la CGIL, e la galassia di satelliti, asteroidi e pianetini a sinistra del PD, con tutte le loro grandi manchevolezze, confusioni, nostalgie, velleitarismi e via lodando. Dentro il PD se c’è (tu ne pari convinto, io no) fa da soprammobile (purtroppo) o parla senza agire di conseguenza (anche peggio). Ma tu sembri vedere solo quella …
volessimo proprio essere precisi, il primo a suggerire di mettere il TFR in busta paga è stato proprio Landini.. ciò premesso convengo che sia una porcata..
si si la sinistra nel PD …e l’asino vola
mi sa che siamo arrivati al capolinea. Ormai la nostra classe dirigente, politica ed imprenditoriale, s’è mangiata tutto, anche le briciole e non rimane più nulla
Nessun rilancio dell’imprenditoria, se non a parole, perché devono andare avanti solo gli amici e gli amici degli amici, vedi Eat Italy all’Expò. Niente taglio degli sprechi, ci campa la classe politica ed anche tanti imprenditori amici. Via libera ai licenziamenti, ma nessuno toccherà la cassa in deroga su cui marciano tanti imprenditori con le pezze al culo.
Intanto l’Italia sparisce…
Quello che rende ancora più odiosa questa misura è che, come mostrano un sacco di indagini campionarie, i lavoratori a redditi più bassi sono anche quelli che hanno più difficoltà a fare semplici calcoli finanziari, e quindi (in media) sono quelli che meno si rendono conto del rischio che corrono a chiedere il TFR in busta paga. Il fatto che la cosiddetta sinistra del PD non abbia detto niente su questa porcheria (che a mio personale avviso è molto peggio della riforma dell’articolo 18) la dice lunga sul perchè Renzi abbia conquistato il partito senza colpo ferire.
Mi spiace deluderti la “sinistra”del pd, nella persona di Fassina dichiarava che esiste un’evasione di sopravvivenza. Hai bussato, come al solito, alla porta sbagliata!
mi pare che ciascuno possa scegliere quello che gli conviene ,non c’è nessuno con la pistola puntata dietro la schiena
http://tumoreseno.blogspot.it/2014/12/legge-di-stabilita-e-partite-iva.html