Un breve saluto romano

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furio camillo sit itLa vicenda è nota e tristissima: un bimbo muore a Roma nelle viscere della metro, ucciso da un cumulo di imperizie e dalla fatalità.

Alcuni giornali di destra descrivono Marino come il killer del piccolo.

Successivamente, l’ascensore viene impacchettato con parole di circostanza firmate da un lettering inconfondibile. Quel lettering è patrimonio di buona parte del mondo ultrà ma deriva direttamente dall’estrema destra. E’, ad esempio, quello storicamente utilizzato da Forza Nuova.

Faccio notare la cosa, su Twitter. Il vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro, quello che voleva mandare i segugi contro la Marcegaglia, quello che voleva abolire il canone Rai ed è finito negli spot per invitare a pagarlo, perché in Rai adesso ci lavora, quello che mi ha querelato perché l’avevo un po’ sfotticchiato in radio, attiva la macchinina del fanghino e mi ritwitta additandomi.

In breve ricevo diversi messaggi di critica – nessun problema: si chiamano social – che vertono tutti sulla mia presunta ossessione, sul fatto che quel font lo usano per esempio anche gli ultrà del Livorno, eccetera. Nell’impossibilità di rispondere a tutti, utilizzo questo breve scritto per un’analisi sintetica e onnicomprensiva che dedico per primo a Porro: ma chi volete prendere per il culo?

No, dico: ma quella scritta l’hanno fatta forse gli ultras del Livorno?

Analogo problema mi era capitato quando feci notare l’utilizzo di quel font nella curva del Bologna. La mia. Ne guadagnai minacce e insulti. Però io sono così: me ne frego (cit.) e se capita, lo faccio notare. Perché quella cultura mi spaventa. E lo rivendico.

A ben guardare, però, il dato interessante è un altro: in Italia l’estrema destra, o il pastiche di paranoia ignorante e paracula nel quale si è da tempo trasformata, ha monopolizzato le curve, le periferie, in città come Roma può vantare una specie di egemonia trasversale in strati vastissimi della popolazione, “firma” in modo incidentale o voluto persino messaggi di solidarietà come quello di cui sopra, ma quando gli ricordi che sono fascisti s’incazzano ancora.

E, con loro, i vicedirettori col culo al caldissimo che, anche se non lo sanno, qualcosa in comune con Forza Nuova ce l’hanno: pure loro mi querelarono, pure loro se la pigliarono in saccoccia.

Ciao Nicolino. Fatti uno spritz alla mia salute. Te lo offro con la mia parte di canone.

Alla tua.

Anzi: a noi*.

*Sia chiaro che “A noi” non è affatto un implicito riferimento a una frase spesso usata durante il Ventennio fascista ma un generico invito a sorbire insieme una bevanda, peraltro spesso utilizzato anche nella curva del Livorno.

 

11 pensieri su “Un breve saluto romano

  1. Nicola

    Luca, uno dei pochi lucidi con leggerezza che quando dicono qualcosa di intelligente non risultano pesanti… e non c’e’ verso che abbia torto…. 🙂

  2. silvia

    tu hai pure ragione, eh, niente da dire. però se mi metto nei panni della famiglia un eccheccazzo (più piccolo, per carità) anche a te mi verrebbe da dirlo. perché con sta cosa di strumentalizzare è un po’ come nelle litigate tra bambini: è ben vero che hanno iniziato gli altri, ma anche continuare…

  3. missiloni

    perchè i font usati su quello striscione fanno parte di una cultura che lo spaventa
    povero cucciolo
    d’ora in avanti mi auguro che non vengano più usati font che tolgano il sonno al nostro povero blogger satirico che poi tocca di nuovo leggere di pastiche di paranoie ed ignoranze varie…
    e poi, se li usate, fatelo per scrivere messaggi beceri, non di cordoglio per un bambino
    o perlomeno metteteci una firma… un simbolo, qualcosa di veramente fascista… almeno i post deliranti si baseranno su qualcosa di più o meno concreto
    comunque ognuno ha le sue: io odio il capodanno, ho il terrore che le mutande rosse resuscitino baffone

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