I teppa-economisti sono asserragliati nelle diverse coalizioni e dicono cose sovrapponibili.
L’ossessione tipica è il comunismo. Figurarsi ora che Orfini (noto discendente di Andropov) ha provato a far passare una mini-patrimoniale che non si farà mai, in omaggio alla banale ratio che in mezzo a una devastazione economica parrebbe plausibile un contributo da chi ha di più. Tra l’altro, i contrari alla cosiddetta patrimoniale sono gli stessi che volevano imporre un contribuito Covid agli Statali sulla base dell’evidenza, così dicevano, che sono tutti fancazzisti privilegiati.
Tu guarda a volte la prospettiva.
Due cifre: su un patrimonio di 500.000 euro si pagherebbero circa 200 euro all’anno. Un amico giornalista mi ha fatto notare che l’abitazione dei suoi genitori vale proprio quella cifra. E non sono ricchi. Mi permetto di far notare che: il valore catastale è normalmente molto più basso del reale ma, soprattutto, che parliamo di 8,33 euro al mese. Oso pensare che, vivendo in una casa da un milione di euro, non sia impossibile racimolarli
Il punto è che i teorici dello Stato predone, dell’evasione di necessità per cui è necessaria anche la vacanza a Cortina esattamente come l’anno scorso, quando la situazione economica era un po’ diversa, si giovano di folle plaudenti che potremmo dividere in due macro-categorie: i consapevoli e non.
I “non” non hanno a che fare col fatturato non dichiarato. Sono invece coloro i quali affrontano REALMENTE la crisi e hanno titolo per prendersela con lo Stato e le sue storture. A loro volta, sono suddivisibili in due categorie: quelli che hanno sempre provato a essere in regola col Fisco e quelli che, preso atto del sistema inefficiente, hanno pensato bene di difendersi evadendo. Entrambi sono comprensibili nella loro ira, ma giustificherei (chiedo scusa) solo i primi.
I consapevoli sono quelli che se ne fottono. Quelli che temono una patrimoniale sopra il milione ma risultano nulla o scarsotenenti al Fisco. Quelli a cui noi fessi paghiamo ogni giorno i servizi dei quali, tra l’altro, si lamentano. Quelli che hanno contribuito coi loro comportamenti al cosiddetto “stato di polizia fiscale” che in realtà aggrava il peso su chi le tasse le ha sempre pagate. Di più: i consapevoli dicono che così facendo “qualcuno esporterà i propri all’estero”. E di solito lo dicono da Berna.
Il punto è che finché i “non” non capiranno che il loro nemico non è lo Stato (che si cambia, non si abbatte) ma i consapevoli, che il ladro non è chi chiede ciò che è legittimo, magari in modo maldestro, ma coloro che non pagano le tasse e ti svuotano il portafogli di servizi e di legalità, finché ci sarà qualcuno che a frasi semplici come “pagate le tasse” oppone il cui prodest, chiede ricette, dice che “sì, abbiamo cento miliardi di nero però…”… ecco: il problema è il però.
Però, se consentite, ci saremmo anche un po’ rotti i coglioni di regalarvi un Paese vagamente contemporaneo mentre lo trascinate nel suk. E date pure la colpa a chi sta alla cassa.
Un abbraccio.
Che piacere poterti leggere, per ora va bene così, grazie e in bocca al lupo!!
Sei sempre un grande…Dove scriverai, oltre che sull’Espresso, ora che non sei più su Repubblica? Un abbraccio
Grazie. Io sono una che pagherebbe qualcosa e lo farebbe molto volentieri
Bottura, sempre interessante. Un modo di sviluppare un tema che mi piace. E pensare che la mattina, comprato il quotidiano…. zwippp…volavo alla penultima per iniziare bene la giornata.
Però Amazon … può di fatto non pagare le tasse….dunque dicevamo?
Ma grazie!
Luca grazie di questa tua nuova riflessione!
Spero che il nuovo anno porterà a questo nostro travagliato paese, oltre ad una valanga mai vista di prestiti, anche una riforma di giustizia e consapevolezza che non può che iniziare da una riforma fiscale. Una riforma che rispetti i diritti dei cittadini, evitando di pesare oltre il 65% sul reddito dei soliti noti tra tasse dirette e indirette. Una riforma capace di rafforzare i controlli prima e punire subito dopo con il carcere (si il CARCERE) chi non contribuisce al bene comune del paese, ma solo al proprio. Ripeto: si il carcere, come avviene in stati spesso presi ad esempio come gli USA, stato che certamente non può essere tacciato di scarso garantismo, dove l’evasione è giustamente considerato uno dei peggiori crimini.
Luca vede, chi paga le tasse in questo paese, viene mazziato doppiamente. Da una parte la riduzione di denaro per la propria famiglia, dall’altra la negazione all’accesso a strutture/presidi come asili nido, medicine, e tutta la sterminata fila di agevolazioni a cui i furbetti riescono ad attingere. Oltre il danno la beffa quindi, in uno stato che definirei garantista dei furbetti, non della vera giustizia.
Spero il 2021 e la pioggia di miliardi che arriverà, non andrà a pesare su un debito pubblico che poi solo pochi saranno chiamati a ripagare.
Auguri per uno splendente – e giusto – Nuovo Anno!