Makaroni del 27 gennaio 2014

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SARO’ SINTETICO Schillaci, visto ieri a “Quelli che”, avrebbe senz’altro la testa per fare l’allenatore. Infatti porta gli stessi capelli di Conte.

SARO’ SINTETICO/2 “Noi diciamo sempre che il nostro slogan è: ‘Quello di gennaio può essere un mercato dove ci possono essere delle opportunità che si possono cogliere valutando che noi non abbiamo da riparare nulla perché noi siamo un gruppo… ‘ (Beppe Marotta, “Skycalcioshow”)

M(ALINO) Dramma Diamanti: ieri dopo il pari del Bologna al 90’ non ha esultato perché di recente è stato colpito da una terribile perdita: i 4 milioni a stagione del Guang Zhou.

LA PAROLA ALL’ESPERTO “#milan il 4~2-3-1 è veramente incomprensibile #seedorf SEI FUORI” (tweet di Flavio Briatore col Milan sotto di un gol, ieri)

LA FAVOLA DI GINOCCHIO Piccolo problema tecnico per gli spettatori di Premium: le interviste di a Seedorf sono così incalzanti che dal televisore esce profumo d’incenso.

OVVIAMENTE “Denis sfiora il gol… e Colantuono si mette le mani nei capelli, è un eufemismo ovviamente” (Roberto Prini, Torino-Atalanta, Sky Diretta Gol Diretta Gol)

PORTA A PORTA Fosse vero (e non è vero) che Buffon ha una relazione con Ilaria D’Amico, il portiere del Bologna Curci, per la legge delle proporzioni, dovrebbe aver preso una cedrata con Varriale anni fa.

POVIA PRO NOBIS Una buona notizia per l’Inter: secondo Povia, che nei giorni scorsi aveva attribuito i terremoti all’eccessivo dinamismo dei 7 miliardi di abitanti della terra, l’unico luogo totalmente antisismico risulterebbe essere il centrocampo nerazzurro.

VOCE ‘E NOTTE Attimi di ilarità assoluta a “Stadio Sprint”: mentre parlava Donadoni, andava in sovrapposizione un’intervista a Guidolin, col risultato di creare una specie di traduzione italiano-italiano. Ci si potrebbe riprovare quando parla Cassano.

SARA’ UNA BELLA SOCHIETA’ Secondo fonti non confermate, la realizzazione del promo olimpico di Sky con Alberto Tomba ha richiesto oltre cento take: invece di Sochi continuava a ripetere Socmel.

CREDARE, OBBEDARE, COMBATTARE “Marchisio cresce molto, ma noi onestamente credavamo e crediamo in lui” (Beppe Marotta, “Skycalcioshow”)

TRIESTE, SOLITARIO Y FINAL Primi effetti dell’acquisizione del Leeds da parte di Cellino: dalla prossima giornata giocherà le gare interne ad Anchorage, in Alaska.

MAGLIE DEL CAIRO Colpo Macron, l’azienda di abbigliamento che in settimana aveva presentato una nuova variante delle divise mimetiche disegnate per il Napoli: da febbraio vestirà anche i ribelli egiziani.

Uscito sul Corriere della Sera

Esclusivo: Giuliano Ferrara non è intelligente

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“Dite quel che volete, ma Giuliano Ferrara  è intelligente”.

Quante volte un amico di quelli – tre – che leggono il Foglio, quei cinici militanti che sono contro tutto e tutti, quelli che davanti a un Negroni sbagliato vi spiegano quanto siano fuori dal coro, subito prima di riposizionare il culo al caldo di un posto ben pagato, possibilmente di Stato, vi ha ripetuto questo mantra? E quante volte avete fatto come faccio io, abbozzando? Beh, si può smettere. Ma bisogna avere la risposta giusta. Meglio, in generale, se se ne hanno una dozzina.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché a Valle Giulia a momenti lo beccano.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché lancia uova ai televisori, col rischio che rispondano.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché fa video rap orrendi che manco Fabri Fibra.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché faceva programmi sul sesso, come se Barbara D’Urso ne facesse su Ungaretti.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché al suo posto Enzo Biagi raccoglieva molti più ascoltatori e risultava molto più vivace. Persino oggi.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché stava nel Pci. Che è morto.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché stava nel Psi di Craxi. Idem.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché la Cia lo pagava poco sapendo che lo avrebbe fatto gratis.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché fa un giornale che, anche se l’abbiamo pagato tutti noi, ha la stessa diffusione dei telegrammi di condoglianze. Ma meno gradevole da leggere.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché è l’unico in Italia che non riesce a trovare in giro abbastanza puttane.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché attaccare il pm Di Matteo (“Inchieste traballanti”, “Pm monumentalizzato”, “Bisogna intervenire”) rischia di far capire come la pensi davvero.

Giuliano Ferrara non è intelligente perché a stare sempre con chi vince spacciandosi per antagonista ci vuol poco. Niente.

Al massimo è furbo.

E Andreotti non era simpatico. Non era un fine statista. Non era Belzebù. Era un mafioso.

Una cosa retorica su tifo, ultrà e striscioni del menga

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Ho amici ultras.

Detto così, sembrerebbe la classica captatio benevolentiae che nasconde antipatia (esempio: “Non sono omofobo, ho tanti amici gay”).

Mi auguro invece sia un prodromo di tono, da malato del Bologna quale sono, per quello che vado a scrivere. Senza troppi giudizi, spero senza pregiudizi. Farò domande.

A proposito di pregiudizi malriposti: quando domenica è apparso l’arcinoto, e non originalissimo, striscione su Napoli, i miei riflessi condizionati sono scattati come un relais. In passato m’era toccato di duellare per iscritto con la parte “nostalgica” della curva, ricavandone attenzioni importanti che spaziavano dagli insulti alle minacce. Va bene (no, le minacce non vanno bene. Ma siccome l’impopolarità è insita nel mestiere che mi sono scelto, citerò nientemeno che Matteo Salvini: ci sta).

Così mi sono autoassolto: saranno stati loro – mi sono detto – anche perché il lenzuolo galleggiava da quelle parti. La curva è grande, le anime tante. Mi sono crogiolato nella tesi della sparuta minoranza, e anche che quella minoranza fosse diversa da me. Bene: coscienza 2, realtà 0. Palla al centro.

Poi un mio amico ultras, uno di quelli che nella vita di tutti i giorni, per dire, lavorano concretamente per la tolleranza e l’integrazione tra i popoli, lo so per certo, ha scritto la sua sui social. Un post lungo, in cui confessava di soffrire, quando dalle altre parti inneggiano alla strage del 2 agosto, perché quelle son cose serie, ma che il resto, anche quello striscione, rientrava nella logica da curva che dal di fuori è impossibile capire.

Ops.

Infine Paolo Alberti, già capo della Fossa dei Leoni, un tipo simpatico e intelligente che mi pare avesse inventato anche la celeberrima V rosa anti Virtus, capolavoro di ironia per cui rido ancora adesso, uno, se ben ricordo, che era in prima linea quando si trattava di raccogliere fondi in curva per i terremotati, una persona con cui, penso, non farei fatica a trovare un denominatore di discussione davanti a una birra, ha consegnato il suo pensiero alla rubrica che ha sul sito di Alberto Bortolotti: Playblogna.it.

E ha scritto, in un italiano forbito, con una sintassi che alcuni colleghi si sognerebbero, una specie di bollettino politico. Lo sunteggio: l’abbiamo fatto apposta, volevamo che se ne parlasse, cori e striscioni erano volutamente razzisti per protestare, tra l’altro, contro le squalifiche per discriminazione territoriale, e anche perché quando il Napoli viene qui sembra giochi in casa, e siamo noi quelli recintati dalla Polizia. Il messaggio – riassumo ancora – era per gli Abete, i Galliani, quelli che hanno ucciso il calcio, quelli che squalificano i giocatori corrotti ma poi li graziano, che veicolano assenza di valori, e comunque dov’era, Gianni Morandi, quando la società veniva devastata e il buon nome del Bologna e di Bologna violato?

Ora, Paolo, io sono d’accordo con una parte importante delle tue analisi, tolto l’accenno secondo me del tutto ingeneroso a quella bella persona di Gianni Morandi.

Sono d’accordo sul calcio farlocco, sul giocattolo lordato, sulla lotteria impossibile a cui devono vincere sempre gli stessi, sugli interessi immediati che, all’italiana, prevalgono su una decente programmazione. Sono d’accordo su Guaraldi, per quanto mi chieda chi altri in città – questa è Bologna: guardati intorno – abbia mosso passi concreti per sostituirlo. Sono d’accordo sulle curve tenute come tuguri, sugli ultras trattati solo come un problema di ordine pubblico. Sono d’accordo su quella poderosa presa per i fondelli che è la tessera del tifoso.

Però, siccome la domenica ti sei assunto l’onere o l’onore di rappresentare la mia città, dunque me, vorrei chiederti quand’è che ti ho delegato a protestare in quel modo agghiacciante, scindendo il messaggio dal mezzo, lo stesso che avete usato per l’Heysel, o contro la debolezza umana di un altro uomo perbene: Pessotto.

Vorrei chiederti se davvero lo stai facendo, con quel tono a me irricevibile, per un calcio migliore, per il Bologna, per Bologna, o per una semplice affermazione territoriale, una dimostrazione muscolare, e se dunque tu – e in generale gli ultras, al netto di ogni analisi sociologica che non mi compete e non saprei fare – non stiate invece prendendo in ostaggio la mia passione e quella di qualche altro per fini diversi. Legittimi finché vuoi, ma diversi. Personali.

Perché – è l’unica opinione, il resto sono davvero domande, e so che avrai la compiacenza di rispondermi – è vero che il cosiddetto calcio moderno, dunque televisivo, sta svuotando gli stadi. Ed è anche vero che non possiamo pretendere allo stadio qualcosa di diverso dalla mentalità che anima tutto il Paese, in qualunque campo, soprattutto la politica, e cioè che gli altri sono nemici indistinti contro cui protestare (lo Stato, Equitalia, la Lega calcio) e noi puri, invece, siamo sempre legittimati a fare ciò che vogliamo da un bene superiore, che siano la rivoluzione, la partita Iva, o un gol di Rolando Bianchi. Però se io non porto più mio figlio allo stadio, e del calcio (purtroppo) non gliene frega una beneamata favola, è anche perché penso che novanta minuti di vaffanculo, e quella scritta, non siano una cosa normale. Non qui, almeno un tempo. Ed è il motivo per cui ieri eravamo su tutti i giornali, e persino da Vespa: la percezione di un popolo si forma lentamente, dunque si stupiscono che accada a Bologna. La tua, la mia.

Anzi, e ti saluto, voglio usare un luogo ancora più comune: i novanta minuti di vaffanculo creano gli stadi di domani. E poi succede come ai piccoli tifosi della Juve, che nella curva squalificata neanche dovevano esserci, con la loro triste imitazione degli insulti che di solito usiamo noi adulti.

Avresti mai pensato di trovarti lì, accanto a loro? Ecco: ci sei. Ci siamo.

Forza Bologna.

 

Uscito sul Corriere di Bologna

La mia conversazione preferita su Facebook di dicembre/gennaio

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Avevo scritto: “Dizionario italiano-italiano:  chi dice ‘non sono né di destra né di sinistra, sono categorie superate’, generalmente è di destra”. Di qui il carteggio.

 

  • Conversazione iniziata 15 dicembre 2013
  • A. N.

    Non riesco a commentare le idiozie che scrivi perciò ti scrivo qua – dizionario italiano-italiano: “sono un ipocrita” = “sono un comunista” (facilmente assaltatore di camionette dei carabinieri munito di estintore e passamontagna). Oggi Cuperlo ha parlato di pluralismo, ma se da sempre chi non la pensa come voi è considerato, come tu dimostri scrivendo le puttanate che scrivi, un inetto un, un guerrafondaio, un inquinatore, un disonesto un evasore… ma per cortesia, siete solo degli ipocriti e tu ne sei la testimonianza vivente.

  • 16 dicembre 2013
  • Luca Bottura

    Ciao Andrea (si fa così: si comincia con un saluto e si chiude con un saluto, soprattutto se scrivi a uno che non conosci): io amo sempre dire, come spiegavo a una persona che la pensa come te ma sa esprimerlo in modo più garbato, che le mie generalizzazioni, che spesso sono inevitabilmente il pane della satira e della polemica, toccano solo chi si fa toccare. Un esempio: parlo spesso di evasione fiscale, di commercianti che rubano. Naturalmente chi paga le tasse, e non ruba, non si sente toccato, anche se è un commerciante. La mia compagna, per dire, ha un piccolo negozio. E’ in regola. Quanto all’opinione di Cuperlo, che ho martirizzato di battute in varie occasioni, poco me ne cale. Io ho detto un’altra cosa, che valeva anche ai tempi della Dc: che chi non ama dichiarare il proprio voto, chi non si schiera, chi dice di non partecipare, 99 volte su 100 è, appunto, di destra. Che sarà anche una categoria sorpassata – come la sinistra – ma in Italia significa, da una ventina d’anni in qua, Berlusconi. Oggi, Berlusconi e Grillo. In generale, i populisti che si rifanno alla pancia del Paese, una pancia che spesso ci ha regalato momenti molto bui. Detto questo, esistono guerrafondai di sinistra (penso a D’Alema), inquinatori di sinistra (Riva non lo è, ma pare che fosse in rapporti eccellenti con Vendola), disonesti di sinistra (c’è una piccola differenza: di solito quando li prendono col sorcio in bocca è più facile che si vergognino e spariscano, tipo Penati, e comunque la base ancora, vivaddio, s’incazza parecchio) e persone di destra molto stimabili. Ad esempio quelli che dicono: io sono di destra. O di centro. Che si dichiarano. Che combattono. Chi si nasconde, specie in questi tempi orrendi, o, meglio, s’intruppa nelle gastroproteste, è complice di una deriva pessima. Che abbiamo già visto. Ed era di destra. Infine, quanto a chi assalta le camionette, io non sono tra coloro che ritengono Carlo Giuliani innocente. Sono per la legalità: non si tirano estintori ai carabinieri. C’è però una sentenza che dimostra come in quei giorni la gestione dell’ordine pubblico, compresa la fabbricazione di false prove e l’infiltrazione di agenti nei black block – che facevano ciò che volevano, mentre i manganelli volavano sugli innocenti – abbia contribuito a una macelleria messicana che ha armato la mano di Giuliani. L’avrei voluto vivo, processato, condannato. Con molte attenuanti affatto generiche. Infine, ti inviterei a frequentare il dubbio, e a non partire con gli insulti quando sei in disaccordo con qualcuno. Aiuta. Che tu sia di destra, o di sinistra. Perdona la lunghezza. Ciao

  • Oggi
  • A. N.

    Il saluto, anche quello, va meritato. Se puntualmente attacchi, denigri, insulti a senso unico è normale che la gente, che per fortuna non la pensa come te, non ti saluti nemmeno. Proprio tu parli di insulti e via discorrendo avete per anni nsultato (e non satiricamente ) Brunetta, Berlusconi, Tremonti, Carfagna, Gelmini ecc ecc e tutti coloro che hanno votato il centro destra ignorando le schifezze di D’alema & c., e mi vieni a fare discorsi di rispetto ed a “non partire con gli insulti quando sei in disaccordo con qualcuno”. Ma come? Proprio voi dite questo? Siete l’ipocrisia fatta persona! I sinistrati come te questo sono. Chi la pensa al contrario rispetto a loro sono niente, stupidi, inetti e via di scorrendo come ti dicevo prima… SOLO voi siete i paladini della democrazia, dell’eguaglianza, dei lavoratori, della libertà e di tutte le cose buone e belle… A CHIACCHIERE! Io ti invito a portare più rispetto verso chi per fortuna non la pensa ipocritamente come voi. Scrivendo idiozie non aiuti nè te nè nessun altro. Cerca di aiutare tu. Perdona se ti senti offeso da queste parole ma l’ipocrisia della sinistra e dei suoi adepti è nota a tutti, non c’è nulla da offendersi.

  • Luca Bottura

    Va bene. Sei la parodia di un lettore de Il Giornale. Ciao, grazie.

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Olimpiadi di Sochi su Sky: il saluto di Alberto Tomba

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E’ Alberto Tomba il testimonial delle Olimpiadi invernali di Sochi per la prima volta su Sky e su Cielo. Di seguito, un suo breve saluto.

di Alberto Tomba

Forte, oh.

Mi ricorderò sempre quello che mi disse Pirmin Zurbriggen quando… eh?

Lo sci è uno sport che se lo metti lì poi dopo ti sembra che te…

Ventotto.

Chi mi conosce lo sa.

Le Olimpiadi su Sky è molto bello che ci sono, perché… le Olimpiadi capitano solo qualche volta all’anno.

Soccia.

Io c’ho il decoder, lì… di Mediaset… non dovevo dirlo.

Comunque mi chiama Gustav Thoeni e mi fa: Alberto? Prrrrr.

Allora io dico che con tutti i canali che c’è, Sky è il più migliore.

Siamo Sochi.

Forte questa, chi l’ha scritta?