Una cartolina per Laura Boldrini

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Gentile dottoressa Boldrini,

la presente per significarle che, tacciando di sessismo l’arcinoto sketch di Virginia Raffaele a Ballarò, lei ha platealmente esorbitato dai doveri che la carica le assegna.

Segnatamente:

In quanto editore della Rai (che è espressione del parlamento) ha messo in atto, per tramite della medesima, un atto intimidatorio nei confronti della rete e della testata che la ospitava.

Approfittando della sua carica, ha né più e né meno utilizzato gli stessi temi, lo stesso linguaggio e le stesse pressioni indebite, che Silvio Berlusconi mise in atto durante l’editto di Sofia.

Ha ammantato con una presunta rivendicazione femminista (come se la Raffaele fosse un pupazzo di uomini complottisti) un banale tentativo di interferenza politica, che non era stato richiesto per analoga imitazione svolta appena una settimana prima ai danni di Francesca Pascale.

Infine, ed è questa forse l’accusa più intollerabile, per una volta nella mia vita mi ha costretto a essere d’accordo con Beppe Grillo.

La satira è satira.

Lo sketch non coglionava la ministra in quanto donna ma in quanto citofono fuffoso di Renzi. Ma anche se fosse andato oltre, non sta alla Terza carica dello Stato (o a un membro della Commissione di vigilanza, del Pd, che chiede provvedimenti) sindacare su cosa sia giusto o no mandare in onda.

Perché anche se viene da una donna e da una persona dabbene, questa si chiama censura.

La saluto cordialmente e la invito a una frugale colazione quanto prima, durante la quale – come promesso – le regalerò il laserino verde per accecare Di Battista quando le balla il tip tap sugli zebedei.

Con viva cordialità

Luca Bottura