Via del Campo

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Via del Campo

C’è un fiumicello

Che d’autunno s’ingrossa e tuona

Ma d’estate ti pare bello

E chi deve poi non ragiona

 

Via del Campo c’è un Ministero

Che dovrebbe dare l’allerta

Ma rimane sotto coperta

Mentre il cielo diventa nero

 

Via del Campo c’è una Regione

Che in tre anni non muove nulla

E ti chiude in una prigione

Di quel fango che ti maciulla

 

Via del campo c’è una puttana

Occhi grandi, la pala in mano

Che fronteggia la tramontana

E assomiglia ad ogni italiano

 

Che ogni volta si sente illuso

Da chi poi tornerà a votare

Da chi “Con il cemento ho chiuso”

Ma poi torna ad edificare

 

Via del Campo ci siamo noi

Noi che siamo anche giù a Pianura

Noi che “sì, ci pensiamo poi”

E ogni volta è persin più scura

 

Ama e ridi se amor risponde

Piangi forse, se non ti senti

Dai diamanti non nasce niente

Dal quel fango nemmeno i fior

 

Dai diamanti non nasce niente

Da quel fango nascano i fior

17 pensieri su “Via del Campo

  1. Maurizio.

    Abbi pazienza, ma questa sera non ho voglia di ridere. Se è morta una sola persona è stato proprio perché è successo tutto di notte. C’è stata l’alluvione in centro, ma siamo stati ad un pelo da averne una anche nel ponente genovese. Questa sera, in via del Campo non c’è nessuno.

      • Bruno

        Sinceramente la parodia sulla canzone di De André, già di per se stessa triste, non leggo ironie atte a far sorridere bensì una forte denuncia verso coloro che qualche responsabilità sulle spalle c’è l’hanno. Bruno

        • Lorenzo

          Venite a Genova e capirete perché non abbiamo voglia di ridere. Purtroppo le immagini rendono un millesimo della realtà. La paura che molti di noi hanno provato e la desolazione che si prova a girare per la città non si possono descrivere. E purtroppo non è ancora finita, adesso c’é il sole ma per stanotte e domani sono previsti temporali ancora peggiori dei precedenti. Dopo lunedì riprenderemo a ridere….speriamo.

          • Bruno

            Lorenzo Caro, mi spiace molto che quanto scritto sia stato letto non correttamente. Molto probabilmente la tensione provocata da quanto accaduto nella vostra splendida regione offusca i commenti fatti, che tutto potevano racchiudere ma non certo l’esortazione a ridere sul damma che i Liguri stanno vivendo. Bruno – Vr

    • Lorenzo

      Simone se tu non capisci quello che volevamo dire sono io che comprendo molte cose di questo paese. Se tu fossi a Genova e capiresti cosa vogliamo dire. Ma tu stattene pure tranquillo nella tua casetta a giudicare gli altri mentre qua la gente spala fango e cerca di ricominciare, bravo!

      • Luca Bottura

        lorenzo, come ti hanno già scritto (ma lo espliciterò ancora di più) è un omaggio a genova che di ridanciano non ha proprio nulla. naturalmente capisco che la situazione possa rendere molto sensibili e mi spiace se hai equivocato. la prossima volta – che speriamo non ci sia – cercherò di essere più bravo.

        • Lorenzo

          Luca il tuo era uno scritto ironico e in questo,per carità, non c’è assolutamente nulla di male però l’ironia, anche se a fin di bene, deve strappare un sorriso, amaro ma sempre di sorriso si tratta. Se no é cronaca, prosa o poesia e non credo di poter ascrivere a nessuna di queste categorie il tuo pezzo. Quello che io, e credo anche Maurizio, volevamo dire e che il tuo scritto, per quanto apprezzabile, non può far sorridere i genovesi. Punto, poi ci si sono messi i sociologi della domenica a spiegarci cosa dovevamo pensare.
          Comunque se vuoi venire a Genova a portare la tua solidarietà sarai sicuramente ben accetto, anche con la tua ironia. Ciao

          • Luca Bottura

            no, lorenzo. tu l’hai percepito come un pezzo ironico. invece era un tentativo di omaggio poetico. ma, ripeto, evidentemente è colpa mia. ciao

          • Lorenzo

            Luca ti assicuro che mi dispiace questa incomprensione non era mia intenzione creare una polemica e non ti ho dato nessuna colpa. Fai ottima satira, seguo lateral quasi tutti i giorni e ti apprezzo veramente. Però lascia la poesia agli altri, magari a De Andrè, e scusa se in questi giorni siamo tristi..

            “Infatti quale sia la forza dei genovesi, quale la magnanimità, quale il vigore, non può più essere ignoto a a nessun popolo per quanto lontano: sono doti palesi e stanno per così dire davanti agli occhi di tutti in chiara luce.”

            Anonimo – Collaudatio quedam urbis Genuensis (1430 circa)

  2. Bruno

    Visto che mi si chiama in causa donando anche a me del “sociologo della domenica” mi sarà concesso ribattere che forse è meglio un po’ di sociologia della domenica, appunto, piuttosto che l’ipocrisia della polemica tutti i costi. Tolgo il disturbo da questa sterile e poco costruttiva discussione. Un sincero augurio a Genova e a tutti i Genovesi. Bruno – Vr

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