Matteo Renzi e la non vittoria: un’analisi noiosa

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Fuor di satira, a Matteo Renzi voglio bene.

In parte perché soddisfa ogni giorno la mia voglia di buono, di una minchiata, e del cioccolato. Anche se ieri non sembrava cioccolato.

Un po’ perché nel supermarket post-ideologico in cui sta trasformando il Pd c’è ancora uno 0,00000000000000000000000000001 periodico del dna cui la mia microscopica storia politica deve le poche convinzioni residue.

In virtù di questo afflato, mi punge vaghezza di spiegargli che sottovalutare il voto di ieri è, per dirla con Voltaire, una fragorosa cazzata.

Come avrete notato, la cavalleria renziana (ufficiali e fanteria) suona all’unisono lo stesso slogan: “5-2, tutti a casa. Se questa è una sconfitta”.

E’ una sconfitta.

Non archiviabile con un hashtag.

Perché:

  • La candidata in Liguria era sbagliata. Controdeduzione: ha vinto le Primarie. Contro-controdeduzione: se le Primarie mettevano di fronte un clone della Carfagna e il preistorico Cofferati, significa che la classe dirigente in Liguria del Pd sta a zero. Preoccupatevi.
  • La candidata in Veneto era sbagliata. L’idea che fotocopiare le idee silvio-leghiste e imbellettarle col pilates porti a sicure vittorie, conduce la Lega a stravincere. Per il nostalgico verde-azzuro, allora, meglio la destra vera. Specie se governi da un anno e hai partorito:
  1. Annunci a raffica
  2. Pochissimo di concreto
  3. Quel poco di concreto ostile alla tua base tradizionale.
  • Se vinci per miracolo in Umbria, dove votano Pd anche i cinghiali, qualche domanda devi fartela.
  • In Campania ha vinto De Luca. Il quale si impone malgrado il Pd, tanto che tra impresentabili ripudiati e rivendicati ti ha dimostrato che a comandare è lui. Ma De Luca è anche uno che, come Bassolino a un certo punto, pensa che certe spinte “esterne” si possano addomesticare, filtrare, battere con l’omeopatia. Invece no. Il messaggio che tu e lui date, insieme, è quello di un partito per cui le leggi si aggiustano. E’ esplosivo, terrificante, un punto di non ritorno. Che poi la Severino sia una legge confusa, lo sapevate anche prima. Ma pare fosse più urgente distribuire qualche mancia a pioggia.
  • Le Marche non esistono.
  • In Toscana ha vinto un bersaniano di acciaio, uno che Verdini cerca di investirlo anche fuori dalle strisce, uno che volevi rottamare ma hai dovuto tenere a malincuore perché portava voti e consenso.
  • In Puglia ha stravinto uno che nomina assessore una tizia del M5S, candidato contro il partito nazionale. Uno della ditta.

Basterebbe per analizzare il voto senza fare spallucce, ma – da cazzaro applicato alla politica – mi permetto di sottolineare un ultimo dato: liquidare come gufi, rosiconi, civatiani, tutti quelli che azzardano qualche critica alla non vittoria, o addirittura una tenue resistenza alla marcia non più trionfale del partito della Nazione, somiglia in modo impressionante ai grillini che liquidavano come servi del Pd tutti quelli che muovevano rilievi sull’ipertrofia Grillo-Casaleggio.

Appena i vertici (la base, molta base no) hanno compreso la necessità di mutare almeno la strategia di comunicazione, il M5S ha ripreso a volare.

Consiglio, quindi, di cambiare verso.

E pure in fretta.

10 pensieri su “Matteo Renzi e la non vittoria: un’analisi noiosa

  1. Senza voler nulla togliere a Ladylike Moretti, in Veneto storicamente s’è perso sempre. S’è perso nel 2010 candidando un indipendente della CGIA di Mestre (Bortolussi), nel 2005 candidando un vicepresidente di Confindustria (Carraro), nel 2000 candidando un acuto filosofo prestato alla politica di lunga militanza (Cacciari), nel 1995 candidando un ex democristiano e stimato universitario (Bentsik). E di contro ci siamo trovati Galan e Zaia. Forse il problema non è solo la Moretti, che comunque non era una candidatura eccelsa.

    • Rettifico: nel ’95 non si votava ancora a suffragio universale diretto. Rimane comunque il dato che l’unico presidente della regione proveniente da un partito di sinistra è stato Pupillo (PDS) ed è durato in carica per addirittura 380 giorni. Prima del ’92-’93 c’era una DC che oscillava tra il 42 e il 50 %. Dopo s’è passati direttamente al regno di Galan e ora a quello di Zaia. Seriamente, la questione è un po’ più antica della mera inadeguatezza della candidata del 2015, che ha ottenuto un risultato numerico e percentuale ridicolo, ma nessuno dei suoi predecessori ce l’aveva comunque fatta.

  2. stefano

    “E non a caso la candidata in Puglia Laricchia già in mattinata in una conferenza stampa alla Camera con gli altri candidati rispedirà al mittente l’offerta del vincitore Emiliano sposando la linea dettata dal blog”

    Grazie Grillo, potresti però essere un po’ più sottile quando intendi rimarcare la volontà dei 5S a non fare un cazzo e ululare contro i cattivi.

    PS
    il resto del post lo quoto.

  3. Luca

    Tu dici che e’ un’analisi noiosa? Bel pezzo invece, e largamente (anzi, totalmente) condivisibile anche da un filo-renziano come me.
    Io ho trovato un po’ noioso il Lateral di stamattina, invece. forse perche’ mi sembravano spari sulla Croce Rossa…

  4. Antonio Marrone

    Caro Luca, come il precedente commentatore condivido largamente la tua noiosa analisi. Probabilmente sono più… sinistrorso di te, eppure ho votato convintamente Renzi alle primarie del PD. E sono solo moderatamente fuori di senno. Non è che come Scalfari attribuisci a Renzi anche il peccato originale della mela famosa? In questo paese siamo abituati a lamentarci perché sono tutti uguali, non si fa mai niente e niente cambia. Sei un po’ ingeneroso nel dire che questo governo non ha fatto quasi nulla. Vogliamo parlare del governo Letta? Vogliamo ricordare che grazie alla Ditta e a Bersani bisogna governare con Alfano? Vogliamo dire che il sindacato non è rimasto al secolo scorso, ma a due secoli fa? Mi sapresti elencare sinteticamente i contributi positivi dati dai vari sindacalisti Marini, Cofferati, Epifani quando sono entrati in politica dopo una lunga vita di … Lavoro? E poi attento, bruciato Renzi ci toccherebbe il povero Covati oppure un economista della statura di Fassina ed allora l’unica soluzione sarebbe terraformare un satellite di Giove e lasciare questo pianeta. Quelli di sinistra come me che sostengono Renzi sono tutti dei co…ni come sosteneva il Berlusca. Con affetto, Antonio.

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