Una storia non vera sull’evasione fiscale

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Questa non è una storia vera.

Non può essere vera.

Non è vero che ieri ho scritto sui social un’ovvietà sull’evasione fiscale (260 miliardi l’anno: ci si mette in sicurezza tutto il Paese, e ne avanzano) scatenando alcuni consensi e alcune critiche furibonde.

Non è vero che a un certo punto tra i contestatori è apparsa una giovane donna che si è rammaricata di poter fare poco nero, visto che non riceve alcun servizio. Ma che appena può le tasse non le paga.

Non è vero che la ragazza in questione vive in Veneto, dove ci sono tre rotonde pro capite.

Non è vero che a un certo punto un mio amico di Facebook le ha risposto qualcosa del tipo “Parli tu che lavori con lo Stato”.

Non è vero che, nonostante lo pseudonimo, il mio amico era risalito alla vera identità della giovane signora attraverso Google image.

Non è vero che la ragazza in questione mi ha subito bloccato.

Non è vero che ho verificato e la ragazza, un giovane avvocato, ha fatto la consulente legale per un’importantissima azienda di Stato e adesso è nel Cda di una società-parcheggio sempre legata all’azienda di cui sopra.

Non è vero che l’avvocato in questione era stata anche consulente di un sottosegretario nel governo Berlusconi IV.

Non è vero che questa tizia ha la faccia tosta di rivendicare l’evasione fiscale e campa coi miei soldi.

Non può essere vero.

Quindi mi scuso per avervi fatto perdere tempo.

Pagate ‘ste cazzo di tasse.