Che cos’è diventato il Pd: una riflessione inutile e noiosa

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Cos’è il Pd?

Anzi: cos’è diventato?

È una domanda che mi sono fatto stamattina dopo aver appreso che vogliono togliere il canone Rai perché è inviso agli italiani.

Il che, proposto dal politico attualmente più inviso agli italiani, tocca livelli di surrealtà quasi inimmaginabili.

Ma non è una risposta alla mia questione.

Cos’è il Pd e perché c’è ancora un venti per cento di italiani che lo voterebbe?

È il partito che difende le classi meno abbienti? No. Il jobs-act è un regalo agli imprenditori che ne hanno approfittato per mettersi qualche spiccio in saccoccia. Ma abbiamo lo stesso la ripresa economica del Burkina Faso. E generazioni intere che non sanno cos’è un vero contratto a tempo indeterminato.

È il partito dei diritti? Forse. Ma le unioni civili (un discreto compromesso dovuto all’imbarcata di bigotti che sostengono il governo) sono un parto di Monica Cirinnà, sposato da Renzi per convenienza, lo stesso Renzi che la Cirinnà politicamente detesta.

È il partito della compassione? Possibile. Ma il fine-vita approvato di corsa è una battaglia trasversale, figlia degli stessi radicali che per correre alle elezioni, mentre il Pd traccheggiava, hanno dovuto ricorrere a Tabacci (!). E porta la firma di quasi tutti i partiti. Persino i grillini.

È il partito della legalità? Ha fatto più condoni per il nero estero su estero di chiunque altro, ha chiuso Equitalia invece di riformarla, ha cacciato la direttrice dell’Agenzia delle Entrate perché non aveva fatto abbastanza interviste (e ne aveva fatte diverse) per ribadire che lo Stato è brutto e cattivo ma qualche soldo di evasione bisognerà pur recuperarlo.

È il partito della tolleranza? I tizi che muoiono nei lager libici direbbero che no, non lo è. E se ci sono sindaci piddini che schedano gli extracomunitari, altri che bloccano le residenze dei rifugiati, altri ancora che sfilano insieme a Forza Nuova contro l’invasione, non si vede perché i razzisti di tutta Italia non dovrebbero votare l’originale.

È il partito dell’Europa? No. Renzi ci ha spiegato in lungo e in largo che dobbiamo battere i pugni sul tavolo (quelli che non sappiamo battere sulle quote migranti) per sforare il deficit e farci dare altro denaro oltre a quello che già non sappiamo spendere per i progetti finanziati da Bruxelles.

È alternativo a Forza Italia? Su molti temi, in primis il mantra sulle tasse, è sovrapponibile.

È alternativo alla Lega? Vedasi il capitolo sulla tolleranza.

È alternativo ai Cinque Stelle? Insegue gli stessi voti, e a livello di comunicazione spesso lo fa con i medesimi toni urlati, additando ogni forma di critica come un Rocco Casalino qualunque.

L’altro giorno ho incrociato in treno una deputata renziana. La conosco da anni. È una persona perbene, competente, sincera. Mi ha detto che bisogna far fronte perché sennò arrivano i fascisti. Il che (l’arrivo dei fascisti, o come vogliamo chiamarli) mi sembra plausibile, anche se confido molto in Mattarella.

Non ho avuto cuore di chiederle perché bisognerebbe votare proprio il Pd. Né se si sia resa conto, tra un tweet e l’altro sui gufi e rosiconi, tra un annuncio mirabolante e una finta autocritica, tra un salto della quaglia arrivista e la rivendicazione di risultati mai ottenuti, tra una mossa tattica e l’altra per lucrare il voto di chiunque, che hanno deciso di non chiederlo più a me.

Ce ne faremo, credo, entrambi una ragione.

Ma credo che i primi a non sapere dove accidenti sono capitati siano proprio loro.

 

19 pensieri su “Che cos’è diventato il Pd: una riflessione inutile e noiosa

  1. Peo Silingardi

    Analisi lucida e decisamente condivisibile, il Bottura migliore. Aggiungo solo che per me non è affatto certo che il PD prenda il venti per cento alle prossime lezioni.

  2. antonio

    SICURAMENTE L’ARGOMENTO POTRA’ ESSERE INUTILE E NOIOSO, MA A RENDERLO MERITEVOLE DI RIFLESSIONE CI PENSA LEI CHE PRETENDE DI INFORMARE UTILIZZANDO INESATTEZZE, ESEMPIO ” Il
    PD ha chiuso Equitalia invece di riformarla”, SE VERIFICASSE QUEL CHE SCRIVE RIPORTEREBE INVECE LA REALTA’, AD EQUITALIA E’ STATO SOLO CAMBIATO IL NOME DA EQUITALIA AD AGENZIA DELLE ENTRATE RISCOSIONI, GLI UFICI E LE SCRIVANIE SONO I SOLITI, GLI IMPIEGATI ED I DIRIGENTI SONO I SOLITI (MAGARI OGGI DA dipendenti privati sono divntati statali) I METODI DI INCASSO E LA MALEDUCAZIONE NEI CONFRONTI DEI CITTADINI SONO IMMUTATI.

  3. Analisi condivisibile. Viviamo però tempi di smarrimento per gli elettori e di grande mediocrità dei leader che puntano ai loro consensi.
    Il Pd risulta criticabile perchè – come bene evidenzia l’articolo – cerca di barcamenarsi in mezzo al guado : da una parte vuole continuare ad agitare il suo brand di unico grande partito di sinistra, dall’altra cerca di aggregare consensi al centro.
    Ambiguità che gli sta costanfo cara : perde consensi a sinistra senza acquistarli al centro (per la consolidata teoria di marketing che prevede che tra copia e originale il “cliente” – in questo caso l’elettore- sia più facilmente orientato a scegliere l’originale)

  4. Attazzora Narasise

    Capisco che è il tuo lavoro; capisco che “Carmina non dant panem”; capisco anche che questa disamina probabilmente ti ha fatto prendere le distanze dal Direttore Chiorboni…. Ma PERCHE’ SU Radio Deejay, e perchè alle 19? Un bacione in bocca.

  5. Stefano

    Si potrebbe aggiungere che la comunicazione dei 5S è decisamente migliore. Loro si coccolano lo zoccolo duro, con iniziative inutili e plateali, ma d’effetto, con stronzate tipo referendum sull’Euro, politometro etc. E funziona, i grillini de fero sono convinti che la Raggi sia Adenauer.
    Il PD invece cerca sempre di rincorrere altri elettorati, cosa anche sensata se il tuo scopo è raggiungere un consenso tale da governare, ma è un’operazione che puoi fare dopo, e non a discapito, del tuo zoccolo duro.
    La porcata estiva di Minniti con la Libia si è attirata le simpatie di leghisti e fascisti, che alle elezioni però voteranno Lega e fasci, l’originale nell’urna tira molto più della copia.

  6. paolino

    bisogna differenziare,quello di cui parli è il PD di Renzi.
    che ha fallito in ogni dove,e gli unici due risultati decenti (fine vita e unioni civili) li ha conseguiti solo con l’aiuto dei due partiti che la volpe detesta,e per denigrare i quali ha perso parte dei consensi,e fatti guadagnare a loro (ovviamente 5S e MDP,poi LU) e alla destra. un capolavoro.
    tra qualche anno nelle scuole si insegnerà il metodo Renzi,che è in sintesi ” tutto quello che si può sbagliare,ma proprio tutto”.
    basterà fare il contrario di quello che farebbe lui,e sei a posto.
    per rinascere o anche solo tornare quel che era (il PD intendo) ,un dignitoso partito di centrosinistra,vanno rottamati i rottamatori,vera sciagura per il partito e per il paese. incompetenti,arrivisti,arruffoni,vendicativi,incapaci,bugiardi,trafficoni.
    4 anni di fallimenti,riforme tutte rispedite al mittente,destra e 5S mai così in salute,PD in pezzi (anche economicamente,dipendenti a casa) ,Unità fallita,legge elettorale oscena,debito pubblico alle stelle,10 milioni di poveri,sanità in grave declino,scuola nel caos…insomma,se questo non vince il premio come peggior politico italiano di sempre è uno scandalo!
    ah,il genio che un anno fa ci ha messo il canone nella bolletta dell’enel,oggi lo vuole abolire. levategli il fiasco.

  7. Federico Sollima

    Chiunque abbia seguito, anche distrattamente, la vicenda unioni civili, sa che la Cirinnà è stata bravissima, fondamentale, ma che la spinta di Renzi al provvedimento (e con lui della Boschi, anche se non è molto popolare di questi tempi da dire) è stata decisiva. Le unioni sono uscite annacquate ma almeno sono uscite.

    Ecco, non serve a nulla ma si potrebbe ipotizzare un tuo legittimo e normalissimo (e in bocca al lupo) voto per il nuovo rassemblement di sinistra. Beato tu se lo sosterrai pensando che quello è un soggetto politico a cui stanno a cuore cose come le unioni civili, dimenticandoti in un colpo solo la storia dei suoi componenti e del paese in cui vivi.
    Abbracci.

  8. SILVIA GUIDI

    In questi tempi ancora tutti da interpretare, a me sembra che le idee (i valori) abbiano paternità (maternità?) piuttosto difficili da rintracciare. Quello però che davvero manca è la capacità e l’umiltà di mettersi a realizzarle, a concretizzarle, di mettersi a negoziare, a mediare, a tener conto dei limiti e dei vincoli per arrivare a risultati anche intermedi e imperfetti (a meno che non si stia dalla parte di quelli – a gran voce urlanti in occasione della Cirinnà – per i quali è meglio nessuna legge finchè non completamente aderente alla – propria – idea). I risultati sono ascrivibili a chi li ha saputi concretizzare, il PD, altrimenti la Cirinnà e la Bonino sarebbero ancorà là a fare -prestigiosa e utilissima – testimonianza civile.
    E la ripresa c’è, certo non sufficiente, ma è un risultato anche questo di una parte del paese che pensa ad ottenere risultati invece che dire che non è sufficiente niente.
    E la precarietà c’è in tanti paesi ed è il risultato di un sistema economico mondiale – quello che è davvero specifico dell’Italia è il nullafacentismo protetto (difetto individuale) e l’inefficienza (difetto di sistema). Bisogna lavorare sui livelli di occupabilità, e sulle protezioni sociali, posto che la precarietà è diventato un elemento di sistema, con poche isole privilegiate e protette.
    Quindi non sono per niente d’accordo sulla tua analisi. Ti ricordo inoltre che il biotestamento non è una legge “compassionevole”, ma una legge sui diritti civili, ti ricordo che da più di un anno sono in vigore misure di sostegno al reddito (SIA ora REI, oltre al Res in regioneEmilia-Romagna) fortemente volute e realizzate dal PD (dopo almeno 10 anni di chiacchiere). Tutte cose migliorabili e molto migliorabili, ma realtà da implementare e rendere migliori, invece che disconoscerle o ignorarle.
    Per ultimo, solo un accenno sul fenomeno che maggiormente caratterizza la nostra epoca, il fenomeno migratorio: è possibile che si riduca ai lager libici e ai sindaci del PD? Ci vuole molto più impegno nel decifrarlo anche solo in superficie, bisognerebbe essere un po’ più … pudici nel parlarne.
    Il PD è diventato un partito lacerato, confuso, indebolito, nonostante abbia lavorato e realizzato tanto – bisognerebbe pensare a spargere unguento e trovare soluzioni realistiche invece che autofrustarsi e dire che non è abbastanza. Detto che non è abbastanza, poi cosa si fa?

  9. Jacopo

    Paolino ha centrato il punto secondo me, quando dice che la figura di renzi non può non essere considerata centrale se si deve trovare un responsabile di questa vomitevole deriva del pd.

    Secondo me le cose che dice Bottura sono giuste, ma sono anche, come dire, delle conseguenze.

    Mi spiego meglio, partendo da un esempio locale.

    Io sono mantovano.
    Il sindaco del capoluogo, come immagino sappia chi frequenta questo blog, è Mattia Palazzi.
    Questo Palazzi è anagraficamente giovane (stessa età di renzi), di madre focolarina, cosa che ha sempre rivendicato con orgoglio, pur definendosi “di sinistra”.
    Infatti, ha alle spalle un lungo curriculum di militanza nel Partito (con la P maiuscola), sin dalla giovanile: è stato presidente provinciale dell’Arci e ora siede nel direttivo nazionale (se non sono rimasto indietro).

    Palazzi è stato eletto sindaco un paio di anni fa, riconquistando al pd una città piccola ma importantissima e simbolica (un pezzo di Emilia oltre i confini della Lombardia); una città inopinatamente persa nel 2010, ma il discorso diventerebbe davvero troppo lungo.
    Palazzi è partito bersaniano, per poi ricollocarsi come “civatiano” e quindi diventare il cocco di Renzi (definizione forse grezza ma fidatevi, perfettamente azzeccata: copyright del Fatto) subito dopo l’elezione.

    Palazzi come sappiamo tutti è stato appena archiviato, in una vicenda che coinvolgeva la vicepresidente di un’associazione culturale che, fondamentalmente, voleva dei fondi dal comune.
    Ora: questa signora ha creato lei stessa i messaggi riguardanti i mercanteggiamenti e i ricatti del sindaco, ma quelli, come dire, “hard” sono farina del sacco di Palazzi (messaggi da cui traspare una considerazione delle donne che non può non toccare uno come Bottura, che a parole pare molto sensibile sul tema).

    Tanto è vero che tutti in città (e in Provincia) hanno capito l’essenziale: che la signora cercava di offrire (o comunque non era intenzionata a rifiutare) favori sessuali a Palazzi sperando di ottenere favori o comunque vantaggi di altro genere, ma non ce l’ha fatta.
    E non ce l’ha fatta perchè altri soggetti erano in fila prima di lei, non certo in ragione della rettitudine del sindaco.
    Perchè il Palazzi fa così: decide lui chi accontentare e chi no, chi mettere lì, chi spostare là, quanti soldi dare a questo, e quanti toglierne a quell’altro (su Mantova sono appena piovuti fiumi di soldi pubblici, grazie alla sua scelta come capitale italiana della cultura, mentre già da una decina d’anni il turismo è in vertiginoso aumento e di fatto sta facendo scoppiare la città).
    Tutte cose oggetto di una seconda indagine, per ora in pieno svolgimento e parsa fin da subito più seria e solida della prima.

    Questi sono i metodi di Palazzi, i metodi del pd di oggi, come ieri erano i metodi di forza italia e della lega: prima gli amici, poi forse gli altri, altrimenti chissenefrega.

    Questi sono i metodi, e allora come noto dal metodo discende, consegue, il merito.
    Come possiamo stupirci di ciò che oggi dice e vota (o non dice e non vota) il pd in parlamento, se non vediamo come si comporta e come agisce negli enti locali che amministra?
    Se non vediamo chi sono le persone che ne fanno parte, e che arrivano a ricoprire le cariche che contano?
    Il pd oggi, sin dai livelli più bassi, è un partito di arrivisti spregiudicati, disposti a tutto e spesso capaci di niente, di gente che cambia casacca e corrente, che nega oggi quel che ha sostenuto fino a ieri; di gente che ha una corte da proteggere, amici equivoci da ringraziare, sodali a cui dispensare favori (i casi renzi e boschi sono emblematici, ma quanti ce ne sono in giro per l’Italia?).
    Gente come il focolarin-bersanian-civatian Palazzi, entrato (strano, vero?) proprio in questi mesi nella cerchia dei favoriti di renzi.

    Anche quando comandava la “ditta” dei bersaniani, non erano tutte rose e fiori (basta vedere come dalle nostre parti lavorino in pratica solo le coop dal tempo dei romani): ma quella classe dirigente sapeva quando fermarsi, un po’ perchè comunque capiva che il bene della collettività non era sempre sacrificabile sull’altare delle convenienze private (e infatti le nostre terre sono considerate, a ragione, terre ben amministrate, sino all’arrivo dei nuovi capi renziani) e un po’ per un senso del limite che precedeva e trascendeva le valutazioni politiche.
    Per dire, il padre di un mio carissimo amico fa l’architetto e lavorava spesso per il piccolo comune in cui viviamo: quando il fratello venne eletto sindaco, il comune smise di affidargli dei lavori.

    Infine, mi spiace ripetermi e impippare ulteriormente il già lungo pippone, la stampa ha avuto un ruolo decisivo e deteriore nella resistibile ascesa della sciagura di nome renzi e di tutti i “suoi”.
    Palazzi è stato beatificato dalla rai e da mediaset a reti unificate nonchè da sky, e soprattutto dai giornaloni del gruppo espresso-la stampa, con una notevole, e comica, eccezione.
    Infatti la Gazzetta di Mantova, che di quel gruppo fa parte e che è il giornale letto dai mantovani elettori di centrosinistra (la città e la Bassa) oggi di Palazzi parla poco, e con molta prudenza: non a caso un sondaggio locale dà abbastanza alti in Provincia LeU, e la Bagulona (come viene chiamata la Gazzetta) teme forse di perdere lettori-ex elettori pd, mettendosi a difendere spudoratamente il sindaco.
    Le difese di Palazzi vengono allora prese dalla Voce di Mantova, l’altra testata della Provincia, quella letta dai mantovani forzaleghisti (Alto Mantovano e Oglio Po), che pochi giorni fa ha dedicato quattro paginone di intervista al sindaco: “svecchierò la sinistra”.

    Per riprendere la domanda di Bottura, cos’è diventato il pd?
    Venite a Mantova, per scoprirlo, ma sicuramente avrete esempi altrettanto illuminati e significativi anche se meno noti se rimarrete nelle vostre città o nei vostri paesi (non ultima la Bologna dello stesso Bottura).
    E ho finito, che era ora.

    p.s.
    Bottura, questa deputata renziana competente perbene e sincera (della cui esistenza consentimi di dubitare: la prima caratteristica non può coesistere in natura con le altre), che conosci da anni, da quanto tempo lo è, renziana? Forse prima era bersaniana, civatiana, d’alemiana, veltroniana, o chissà cos’altro?
    Così, per curiosità…

  10. Partendo dal fatto che rispetto molto te come persona e le tue opinioni (di questo tempi tocca sempre farlo come incipit), io credo che sbagli. E anche di molto.

    Il PD è l’unico partito “scalabile”, nel quale una nuova classe dirigente con nuove ambizioni e nuove idee ha la struttura per ottenere spazi.
    Non ho detto che questa sia la migliore casse dirigente possibile, e comprendo che ad alcuni (come te) possa non piacere; ma questa sua scalabilità è semplicemente impossibile in tutti gli altri partiti. Nei 5s è addirittura impensabile.

    Il PD avrà tutti i difetto del mondo, ma si esce da una legislatura con qualche diritto in più e un po’ di sicurezza economica aggiunta.

    Le unioni civili le ha portate avanti la Cirinnà? Bene, vuol dire che Renzi porta avanti anche proposte di suoi non fedelissimi.
    Il Biotestamento è una lotta dei Radicali? Bene, Renzi porta avanti battaglie su cui non c’è la sua etichetta.

    Sull’inseguimento dei grillini… si, spesso hai ragione.
    Ma è vero che, purtroppo, è il mondo in cui viviamo. un terzo degli italiani ritiene che le opinioni contino più dei fatti, che quelli che vanno in galera in galera devono marcire (macchè riabilitarli), che lart. 67 del Costituzione sia un impaccio (curiosamente poi la Costituzione la difendono a spada tratta; mah…).
    Quindi o pensiamo che il 33% dei nostri connazionali sia cretino e vada internato, oppure dobbiamo almeno fare conto con il fatto che certe posizioni politiche sono oggi di successo.

    un saluto e buona giornata

    Alberto

    p.s. la direttrice della Agenzia delle Entrate non è stata cacciata, ma ha terminato il mandato è non è stata rinnovata pur avendo fatto un eccellente lavoro. Al suo posto un fuori classe, Ernesto Maria Ruffini. Ah, la cifra del recupero da Evasione non è mai stata alta come con il governo Renzi. La Precompilata è opera di tale governo

    p.s. ci tengo sempre a dirlo; prima del jobs act avevo un contratto a progetto. Ora è a tempo indeterminato, ho ferie pagate, mutua, contratto nazionale, assicurazione sanitaria, fondo pensione di categoria. E come me sono in tanti. Dire che con il jobs act per i giovani la situazione è peggiorata è semplicemente falso

    • Jacopo

      Guarda Alberto, il tuo commento chiama una risposta.

      Sul job act dire che per i giovani, ma anche per i meno giovani, la situazione è peggiorata, è un dato di fatto.
      Quando togli ogni tipo di tutela, quando monetizzi (peraltro nemmeno così tanto, e con soldi pubblici) tutele che prima erano garantite da ben altre sanzioni, non è un vantaggio per il lavoratore.
      E conosco di persona più di una persona (scusa il bisticcio) che grazie al job act è stata licenziata (e comunque quest’anno finiscono gli incentivi governativi: viviamo e vediamo).

      Che Ernesto Maria Ruffini sia un “fuoriclasse” mi pare un’interpretazione che ha parecchio di soggettivo; che sia un fedelissimo di Renzi è molto meno opinabile, basta leggerlo e sentirlo parlare.

      Sui diritti civili la legge Cirinnà è passata purgata perchè il pd non ha voluto giovarsi dell’appoggio dei grilloni su obbligo di fedeltà e “stepchild”, i due punti meno all’acqua di rose della legge, sui quali una nutrita minoranza di cattolici (tutti renziani) aveva minacciato battaglia.

      Quanto al recupero dell’evasione fiscale, diciamo che tra condoni e innalzamento delle soglie di utilizzo del contante tutto si può dire men che questi governi (e il segretario del pd) si siano distinti per aver fatto una lotta senza quartiere all’evasione (questo lo ammette persino Bottura, che certo non è ostile al pd).

      Ma veniamo ora a quel che davvero conta.
      Il pd non è un partito scalabile, ma forse, ancora peggio, è un partito dove non si discute più.
      E’ azzerato il dibattito, totalmente desertificato da far rimpiangere persino la grigia stagione bersaniana: dove non è che il dibattito, l’elaborazione programmatica, la discussione soprattutto, fossero ‘sto granchè, e certo non mancava l’ipocrisia, ma rispetto a quel che c’è oggi, oro.

      Oggi si assiste a congressi e assemblee militarizzate sin dai livelli territoriali più bassi.
      Prevale l’insulto, l’offesa anche personale, e io questo lo trovo un adeguarsi penoso e privo di un briciolo di dignità a un incomprensibile “nuovo corso” inaugurato da Renzi stesso, poichè è Renzi a non aver mai lesinato sin dagli inizi attacchi personali volgari e spesso stupidi, diretti agli avversari interni (“gufi”, “rosiconi”, “vecchi”, “moneta nell’iphone”, “vi asfaltiamo”), mentre per Verdini e Berlusconi ci sono sempre state più che altro carezze.
      Il tutto peggiorato dall’indegno spettacolo di tanti ex bersaniani, d’alemiani, cuperliani, e chi più ne ha più ne metta, che da un giorno all’altro negano quel che han sostenuto magari per anni e salgono, affamati, sul carro (un esempio fra i tanti, la Fedeli).
      Per questo una figura che, per usare un eufemismo, non fa certo sognare, come Speranza, oggi fa un figurone accanto alla “classe dirigente” renziana, piena com’è di replicanti, riciclati e voltagabbana.

      Le conseguenze dello sfascio sono duplici.

      Da un lato, un’emorragia di tesserati, talvolta e solo in parte sostituiti da incommentabili rastrellamenti di tessere ad opera di simpatici capi e capetti locali in concomitanze dei congressi.

      D’altro lato l’adozione di metodi e contenuti (si fa per dire) ormai totalmente assimilabili a quelli di Berlusconi, con il quale non esiste conflitto su nulla e si fatica ormai a cogliere una qualsiasi differenza.

      Ciò determina in ultima analisi una fuga di elettori: in parte verso i grillanti, in parte verso l’astensione, in parte (minore) verso LeU, i cui dirigenti, già fatti oggetto fino a non molto tempo fa di pesanti apprezzamenti da parte di Renzi e di tutti i “suoi”, oggi vengono penosamente blanditi.

      Ci sarebbe materiale più che sufficiente non per una, ma per mille riflessioni.
      Tuttavia l’impressione è che il pd si trincererà continuando a sostenere che chi non lo segue o non lo segue più, lo fa perchè animato da livore personale.
      Un po’ come l’amico Berlusca, che comandava il partito dell’amore (lui) contro il partito dell’odio…

  11. SILVIA GUIDI

    In questi tempi ancora tutti da interpretare, a me sembra che le idee (i valori) abbiano paternità (maternità?) piuttosto difficili da rintracciare. Quello però che davvero manca è la capacità e l’umiltà di mettersi a realizzarle, a concretizzarle, di mettersi a negoziare, a mediare, a tener conto dei limiti e dei vincoli per arrivare a risultati anche intermedi e imperfetti (a meno che non si stia dalla parte di quelli – a gran voce urlanti in occasione della Cirinnà – per i quali è meglio nessuna legge finchè non completamente aderente alla – propria – idea). I risultati sono ascrivibili a chi li ha saputi concretizzare, il PD, altrimenti la Cirinnà e la Bonino sarebbero ancorà là a fare -prestigiosa e utilissima – testimonianza civile.
    E la ripresa c’è, certo non sufficiente, ma è un risultato anche questo di una parte del paese che pensa ad ottenere risultati invece che dire che non è sufficiente niente.
    E la precarietà c’è in tanti paesi ed è il risultato di un sistema economico mondiale – quello che è davvero specifico dell’Italia è il nullafacentismo protetto (difetto individuale) e l’inefficienza (difetto di sistema). Bisogna lavorare sui livelli di occupabilità, e sulle protezioni sociali, posto che la precarietà è diventato un elemento di sistema, con poche isole privilegiate e protette.
    Quindi non sono per niente d’accordo sulla tua analisi. Ti ricordo inoltre che il biotestamento non è una legge “compassionevole”, ma una legge sui diritti civili, ti ricordo che da più di un anno sono in vigore misure di sostegno al reddito (SIA ora REI, oltre al Res in regioneEmilia-Romagna) fortemente volute e realizzate dal PD (dopo almeno 10 anni di chiacchiere). Tutte cose migliorabili e molto migliorabili, ma realtà da implementare e rendere migliori, invece che disconoscerle o ignorarle.
    Per ultimo, solo un accenno sul fenomeno che maggiormente caratterizza la nostra epoca, il fenomeno migratorio: è possibile che si riduca ai lager libici e ai sindaci del PD? Ci vuole molto più impegno nel decifrarlo anche solo in superficie, bisognerebbe essere un po’ più … pudici nel parlarne.
    Il PD è diventato un partito lacerato, confuso, indebolito, nonostante abbia lavorato e realizzato tanto – bisognerebbe pensare a spargere unguento e trovare soluzioni realistiche invece che autofrustarsi e dire che non è abbastanza. Detto che non è abbastanza, poi cosa si fa?

    • Peter

      Ci hanno detto innumerevoli volte Non è abbastanza e Poi cosa si fa ? Niente, si fa un’altro giro di giostra e aspettiamo sempre meno ottimisti il futuro che ci aspetta. Sai che c’è di nuovo ? C’e’ che secondo fonti attendibil,. chiunque governerà dopo le elezioni dovrà affrontare una situazione di conti pubblici in base ai quali sarà inevitabile l’aumento dell’ IVA dal 22 al 25% entro il 2020. Zitti zitti che in campagna elettorale queste cose non si possono dire.

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