Via del Campo
C’è un fiumicello
Che d’autunno s’ingrossa e tuona
Ma d’estate ti pare bello
E chi deve poi non ragiona
Via del Campo c’è un Ministero
Che dovrebbe dare l’allerta
Ma rimane sotto coperta
Mentre il cielo diventa nero
Via del Campo c’è una Regione
Che in tre anni non muove nulla
E ti chiude in una prigione
Di quel fango che ti maciulla
Via del campo c’è una puttana
Occhi grandi, la pala in mano
Che fronteggia la tramontana
E assomiglia ad ogni italiano
Che ogni volta si sente illuso
Da chi poi tornerà a votare
Da chi “Con il cemento ho chiuso”
Ma poi torna ad edificare
Via del Campo ci siamo noi
Noi che siamo anche giù a Pianura
Noi che “sì, ci pensiamo poi”
E ogni volta è persin più scura
Ama e ridi se amor risponde
Piangi forse, se non ti senti
Dai diamanti non nasce niente
Dal quel fango nemmeno i fior
Dai diamanti non nasce niente
Da quel fango nascano i fior
Grazie Luca!! Ci sarai anche tu martedì a Verona? Bruno
Abbi pazienza, ma questa sera non ho voglia di ridere. Se è morta una sola persona è stato proprio perché è successo tutto di notte. C’è stata l’alluvione in centro, ma siamo stati ad un pelo da averne una anche nel ponente genovese. Questa sera, in via del Campo non c’è nessuno.
ciao maurizio, dov’è esattamente che pensi si dovrebbe ridere?
Sinceramente la parodia sulla canzone di De André, già di per se stessa triste, non leggo ironie atte a far sorridere bensì una forte denuncia verso coloro che qualche responsabilità sulle spalle c’è l’hanno. Bruno
Venite a Genova e capirete perché non abbiamo voglia di ridere. Purtroppo le immagini rendono un millesimo della realtà. La paura che molti di noi hanno provato e la desolazione che si prova a girare per la città non si possono descrivere. E purtroppo non è ancora finita, adesso c’é il sole ma per stanotte e domani sono previsti temporali ancora peggiori dei precedenti. Dopo lunedì riprenderemo a ridere….speriamo.
Lorenzo Caro, mi spiace molto che quanto scritto sia stato letto non correttamente. Molto probabilmente la tensione provocata da quanto accaduto nella vostra splendida regione offusca i commenti fatti, che tutto potevano racchiudere ma non certo l’esortazione a ridere sul damma che i Liguri stanno vivendo. Bruno – Vr
Noi genovesi di ridere adesso non ne abbiamo nessuna voglia…ne riparamo dopo lunedì
Riparliamo non riparamo…
Ma tu sei un Grande, e immensa è la mia stima
…ma davvero pensate che sia fatta per ridere?
Non mi stupisco del voto di determinata parte del paese, allora.
Simone se tu non capisci quello che volevamo dire sono io che comprendo molte cose di questo paese. Se tu fossi a Genova e capiresti cosa vogliamo dire. Ma tu stattene pure tranquillo nella tua casetta a giudicare gli altri mentre qua la gente spala fango e cerca di ricominciare, bravo!
lorenzo, come ti hanno già scritto (ma lo espliciterò ancora di più) è un omaggio a genova che di ridanciano non ha proprio nulla. naturalmente capisco che la situazione possa rendere molto sensibili e mi spiace se hai equivocato. la prossima volta – che speriamo non ci sia – cercherò di essere più bravo.
Luca il tuo era uno scritto ironico e in questo,per carità, non c’è assolutamente nulla di male però l’ironia, anche se a fin di bene, deve strappare un sorriso, amaro ma sempre di sorriso si tratta. Se no é cronaca, prosa o poesia e non credo di poter ascrivere a nessuna di queste categorie il tuo pezzo. Quello che io, e credo anche Maurizio, volevamo dire e che il tuo scritto, per quanto apprezzabile, non può far sorridere i genovesi. Punto, poi ci si sono messi i sociologi della domenica a spiegarci cosa dovevamo pensare.
Comunque se vuoi venire a Genova a portare la tua solidarietà sarai sicuramente ben accetto, anche con la tua ironia. Ciao
no, lorenzo. tu l’hai percepito come un pezzo ironico. invece era un tentativo di omaggio poetico. ma, ripeto, evidentemente è colpa mia. ciao
Luca ti assicuro che mi dispiace questa incomprensione non era mia intenzione creare una polemica e non ti ho dato nessuna colpa. Fai ottima satira, seguo lateral quasi tutti i giorni e ti apprezzo veramente. Però lascia la poesia agli altri, magari a De Andrè, e scusa se in questi giorni siamo tristi..
“Infatti quale sia la forza dei genovesi, quale la magnanimità, quale il vigore, non può più essere ignoto a a nessun popolo per quanto lontano: sono doti palesi e stanno per così dire davanti agli occhi di tutti in chiara luce.”
Anonimo – Collaudatio quedam urbis Genuensis (1430 circa)
Vedi Lorenzo. Io non sto nella mia casetta al caldo, non più.
Non conosci la mia situazione, ma visto che spali fango puoi giudicarmi come meglio credi, vedo.
Visto che mi si chiama in causa donando anche a me del “sociologo della domenica” mi sarà concesso ribattere che forse è meglio un po’ di sociologia della domenica, appunto, piuttosto che l’ipocrisia della polemica tutti i costi. Tolgo il disturbo da questa sterile e poco costruttiva discussione. Un sincero augurio a Genova e a tutti i Genovesi. Bruno – Vr