Perché il modello Cinque Stelle a Mirandola ha funzionato perfettamente

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La notizia vera: a Mirandola, provincia di Modena, zona terremotata nel 2012, la palestra di una scuola elementare è stata ricostruita anche con 425.000 euro donati dal MoVimento Cinque Stelle, che comunica di averli ricavati da un avanzo di bilancio dell’ultima campagna elettorale. Ieri la struttura è stata inaugurata in pompa magna, presenti anche Peppe e addirittura Luigi Di Maio, che stavolta aveva compreso il testo della e-mail.

La notizia come la dà Carlo Sibilia: a Mirandola i Cinque Stelle hanno ricostruito la palestra di una scuola elementare. Punto.

Sfumature a parte – Sibilia è quello che voleva far sposare uomini e animali, tra le altre cose, non gli si può chiedere precisione – sembra cosa buona e giusta.

Invece trattasi di sciacallaggio politico.

Vado a spiegare perché:

nel comunicare l’avvenuto, Beppe Grillo parla di modello a Cinque Stelle. E il modello Cinque Stelle prevede che i partiti, i quali per incidere sulle vite dei cittadini avrebbero a disposizione la loro attività politica, versino direttamente denaro a chi ritengono meritevole. Intestandosene gli effetti e sperando di lucrare voti dove c’è emergenza, disintermediando. Pure dove l’emergenza è stata gestita benino come in Emilia, anche se i trombettieri del movimento hanno fatto passare Vasco Errani come un mezzo camorrista.

Non siete convinti? Allora ripassate bene la vicenda del fondo per le piccole medie imprese che i Cinque Stelle hanno mediaticamente fatto loro. Esisteva già, è un sostegno di Stato, nel quale il partito di Casaleggio e Grillo ha cominciato a far convergere i quattro spicci che i Cittadini decurtano dallo stipendio parlamentare. Sommati, quei soldi diventano una discreta cifra che è finita anche nelle casse di aziende aderenti a Confapri, sorta di Confindustria a Cinque Stelle, che annovera tra i suoi esponenti Massimo Colomban, imprenditore  che vuole il Veneto fuori dall’Italia ma intanto non disdegna una poltrona da assessore a Roma Ladrona.

Quei soldi quindi vanno ad amici. In qualche caso a soci.

Non che sia una novità – Dc, Pci e loro eredi hanno da sempre utilizzato gli stessi metodi per le cooperative – ma si traduce in una sola parola: clientelismo. Spacciato però per iniziativa politica rivoluzionaria. Un’iniziativa che come sempre puzza di antiStato. Ed è, nelle intenzioni, l’ennesimo passo verso la presunta democrazia diretta, che di diretto ha principalmente il conflitto d’interessi replicato su vasta scala.

Non se sono stato chiaro, ma spero di aver spiegato perché, come scrivevo in un tweet, talvolta lo sciacallaggio (politico) sul terremoto può arrivare anche a quattro anni di distanza dal sisma.

Saluti (foto di Anna)

 

Ndr Per spiegare quanto questa donazione sia stata disinteressata, ricorderei come i simpatizzanti del MoVimento accolsero il magro risultato elettorale post sisma di Mirandola: così